Blocco dei licenziamenti fino alla prossima primavera. Lo prevede una nuova norma della legge di Bilancio 2022.

La norma introduce non un divieto vero e proprio anche se, nella pratica, è come se lo fosse.

Blocco dei licenziamenti fino ad aprile, la novità

Chi vuole ridurre l’organico a gennaio dovrà obbligatoriamente inviare una comunicazione ai dipendenti interessati 90 giorni prima che scatti formalmente la risoluzione del rapporto di lavoro. Il che significa che chi riceve la lettera a gennaio non può essere licenziato fino ad aprile. In mancanza di questa comunicazione, il licenziamento deve essere ritenuto nullo.

La norma, però, non interessa tutte le realtà produttive ma solo quelle in cui nel 2021 operavano almeno 250 dipendenti. Tra questi, apprendisti e dirigenti, ad eccezione delle aziende in cui viene riscontrato uno squilibrio patrimoniale o economico-finanziario.

Licenziamenti bloccati, la comunicazione preventiva

Il Governo intende tutelare il mercato occupazionale e produttivo. La comunicazione relativa alla riduzione del personale deve essere trasmessa per iscritto non solo ai diretti interessati ma anche alle rappresentanze sindacali aziendali o unitarie, alle sedi territoriali delle associazioni sindacali di categoria più rappresentative a livello nazionale, alle Regioni interessate, all’Anpal e ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico.

Entro 60 giorni dalla data della comunicazione, l’azienda dovrà redigere ed inviare agli stessi destinatari un piano con le misure necessarie a contenere le ricadute occupazionali ed economiche che comporta la chiusura. Il dossier dovrà essere discusso nei successivi 30 giorni.

Il datore sarà tenuto a pagare il ticket di licenziamento ordinario (quindi, non quello triplicato) nel caso in cui ci sia un accordo sindacale. Viceversa, dovrà essere pagato il ticket di licenziamento in misura doppia. Infine, se manca l’accordo sindacale sul piano, il datore pagherà il ticket di licenziamento maggiorato del 50%.