Quando alcune gare venivano rinviate in quel febbraio 2020 forse in molti, anzi, sicuramente in tanti non si sarebbero mai aspettati cosa sarebbe accaduto da lì a poche ore. Partite posticipate, Serie A sospesa e poi la tristezza degli stadi a porte chiuse. Da lì a poche ore sarebbero cambiate le nostre vite, chiusi dentro casa a respirare l’aria delle nostre quattro mura. Motivo per cui, quando l’Asl torna a dire la sua in merito al rinvio della sfida tra Salernitana e Udinese, comincia ad aleggiare la paura tra i tifosi di tutta Italia. In poche parole, la mente torna indietro a un anno e mezzo fa. Il calcio rivive l’incubo Covid e la Serie A, questa volta, dovrà farsi trovare pronta.
Il caso Udinese-Salernitana
A far scattare l’allarme del caso Udinese-Salernitana. L’Asl di Salerno ha posto un veto alla partenza degli uomini di Stefano Colantuono, come riportato dallo stesso responsabile dell’emergenza Covid dell’Asl di Salerno, Arcangelo Saggese Tozzi: “Due positivi più un sintomatico hanno fatto suggerire al nostro contact tracing, anche sulla scorta delle comunicazioni del medico sociale della Salernitana che nelle 48 ore precedenti non c’era stato un rigoroso rispetto delle procedure del gruppo squadra, la sospensione dei movimenti dei giocatori contagiati e dei contatti stretti”. Tuttavia, nonostante il monito, ci sono tanti nodi da sciogliere.
La Lega Serie A, al momento, non ha comunicato nulla. La partita resta dunque in programma alle 18.30. A questo punto ci si chiede cosa accadrà, visto che l’Udinese ha deciso di presentarsi in campo. In questo caso entra in gioco il precedente di Juventus-Napoli di qualche mese fa, con l’arbitro (Camplone della sezione di Pescara) che attenderà per 45 minuti l’arrivo della squadra ospite prima di dichiarare il mancato svolgimento della gara. Poi partirà la solita trafila: giudice sportivo, 3-0 a tavolino e -1 in classifica alla Salernitana. A meno che non emergano decisioni o indirizzi diversi nel consiglio Figc attualmente in corso. Una situazione ancora tutta in divenire.
Il Covid fa tremare le gambe alla Serie A
Sul fronte dei positivi gli ultimi due casi riguardano due giocatori che insieme hanno vinto l’Europeo e fatto le fortune del Pescara di Zdenek Zeman. Il primo è Lorenzo Insigne, capitano del Napoli risultato positivo al tampone molecolare effettuato quest’oggi e costretto quindi a saltare la sfida in programma domani sera al Maradona contro lo Spezia. Poco prima dell’ufficialità il Napoli si era espresso così: “Lorenzo Insigne, in seguito a dei leggeri sintomi influenzali, non ha effettuato la sessione di allenamento e si è sottoposto a un tampone antigenico con esito dubbio per cui ha successivamente effettuato un tampone molecolare di cui si attende l’esito in giornata”. Ancora paura dunque per Lorenzo Insigne, che si aggiunge a un altro “caso celebre”.
In casa Lazio c’è invece preoccupazione per Ciro Immobile, capitano e leader di gol nella storia biancoceleste. La punta, assente a Formello nelle scorse due giornate, stava scontando una quarantena fiduciaria per la positività della moglie Jessica Melena. Lo scenario è mutato poche ore fa con il giocatore risultato anch’egli positivo al Covid. In attesa di una comunicazione ufficiale da parte del club, si apprende come Immobile sia al momento asintomatico e in quarantena e già si intuisce quanto la sua assenza possa pesare nell’economia di una squadra desiderosa di rimontare posizioni in classifica.
Timori in Serie B
L’allarme Covid non riguarda però la sola Serie A. Dopo il rinvio di Benevento-Monza per una serie di positività nella squadra brianzola si è registrato, nella serata di ieri, anche il rinvio di Lecce-Vicenza. In attesa di conoscere i numeri esatti delle positività registrate nei due gruppi squadra, l’attenzione è ora tutta orientata sulle modalità di recupero di queste due partite. Il timore, irrobustito dall’esperienza dello scorso campionato, è che questi rinvii possano innescare un effetto farfalla per tutta la cadetteria mettendo in difficoltà la gestione di un nuovo calendario.
Sale l’ansia e la preoccupazione in tutto il mondo del pallone, con il coronavirus che fa preoccupare il massimo campionato. I timori sono talmente tanti che si parla anche di un tampone obbligatorio per i vaccinati intenzionati a entrare allo stadio. Insomma, aumentano anche i timori verso chi, in teoria, una protezione dovrebbe averla e anche da tempo. Qualche mese fa la variante Omicron non c’era e forse una luce, in fondo al tunnel, si cominciava a vedere. Si teme molto per la sua contagiosità e la sua diffusività. La Serie A ai piedi del Covid, forse. Di nuovo, come un anno fa.