Prima di Luis Muriel, un passo indietro. Un giorno i campi di calcio furono rasi al suolo da un atleta fuori categoria. Dopo i primi lampi visti a metà degli anni ’70, colorati dall’arancione dell’Olanda e del suo calcio totale e le prime scorribande palla al piede del più grande giocatore di tutti i tempi, Diego Armando Maradona, giunse il tempo del primo fuoriclasse moderno, lampante evoluzione del calcio.
Il suo nome era Luis Nazario Da Lima Ronaldo, in arte “il Fenomeno”, che, guarda caso, ha lo stesso nome di un altro ragazzo che, quando è in sintonia con se stesso e mette al primo posto il suo talento naturale, quello dell’essere un calciatore, brucia letteralmente l’erba, lascia sul posto gli avversari, corre a tutta velocità. Parliamo di Luis Fernando Muriel Fruto, il calciatore che più ricorda “il Fenomeno” quando ha un pallone in mezzo ai piedi.
La storia infinita di Luis Muriel
Cresciuto nei piccoli quartieri di Santo Tomàs, in Colombia, fin da piccolo ha sempre vissuto ad alta velocità. In una realtà difficile, quella delle stradine dei distretti, per sviare dai problemi e dai pericoli serviva coraggio, e determinazione. Quella che al tempo gli fece intuire che il suo futuro sarebbe stato il gioco del calcio, tanto da correre a prendere ogni giorno l’autobus che lo portava al campo dell’Atletico Junior. Il grosso problema erano i soldi per viaggiare. Luisito allora colorava le sue giornate movimentate, vendendo frittelle, quelle preparate in casa dalla nonna. Il più delle volte però non le vendeva, finendo per cadere nelle tentazioni di uno dei sette peccati capitali: la gola.
Una volta racimolato il denaro che serviva per pagarsi il biglietto, le frittelle restanti se le mangiava. E lo faceva, ascoltando o eseguendo musica con la sua fisarmonica. Lo faceva alternando l’uso delle mani per mangiare e suonare, a veloci movimenti per danzarci su. Raccontare la sua carriera in cui ha vestito le maglie di Granada, Lecce, Udinese, Sampdoria, Siviglia, Fiorentina e Atalanta, non rende giustizia ad un giocatore che, alla soglia dei trent’anni, purtroppo non è mai riuscito a “sfondare”.
Dribbling da fuoriclasse
Un vecchio detto nostrano recita così: “manca sempre un soldo per far una lira”. Questo è sempre stato il calciatore Luis Muriel. Dribbling ubriacanti, spaventose progressioni, velocità, tecnica, consapevolezza di essere uno dei più forti. Non è un caso che venga paragonato a Ronaldo. Basterebbe fare qualche esempio per confermarne il confronto, come le sue sgroppate, le sue movenze, il suo modo di puntare l’avversario, i suoi gol, arricchiti dal sublime controllo di palla, che sanno di leggerezza e potenza allo stesso tempo. Purtroppo, gli infortuni hanno compromesso il suo successo, ma Muriel ci ha messo anche del suo, ricadendo sempre nello stesso vizio: il cibo. Diversi allenatori hanno evidenziato questo problema, forse psicologico, un disturbo alimentare che lo portava, ad ogni nuova preparazione fisica stagionale, a salire sulla bilancia e notificare dai cinque ai dieci chili in eccesso. Uno sproposito per un atleta che vuole diventare il nuovo Ronaldo.
La stella colombiana brilla a Bergamo
Sia chiaro, stiamo mettendo a confronto “il fenomeno” al “fenomeno del sovrappeso”, pertanto ci teniamo ben lontani da affermare che possa averne preso il testimone, altrimenti le sue esultanze le farebbe di fronte ai 100000 tifosi del Camp Nou, il tempio del calcio catalano a Barcellona, e non di certo a Bergamo, dove solo negli ultimi anni l’Atalanta si è affacciata al calcio che conta. Muriel è esattamente tutto, e tutto l’opposto di ciò che l’asceta e mistico più famoso di ogni epoca ci rivela nelle sue filosofeggianti parole. Nonostante la tendenza all’ingrassare e la sconsideratezza nella gestione della sua vita sportiva, ha la capacità di svegliarsi la mattina e decidere di essere il più veloce, il più forte.
Quei cambi di direzione, quella sensazione che possa far gol in qualsiasi momento. Le sue interviste lo dipingono come un ragazzo, saldo, sicuro di sé. “Gol così li faccio quando mi pare”. Eppure, eccolo li. Il cavallo più veloce di tutti, lo stallone che cavalca il mondo direbbe qualcuno, che si lascia andare alle tentazioni e diventa un ronzino che ha mangiato troppa bieta e finisce per rimanere sui blocchi di partenza.
Ha ormai trent’anni dicevamo, pertanto all’apice di una carriera calcistica. Luis Muriel, fallo per gli occhi di chi è innamorato del calcio. Lascia che quelle frittelle vengano mangiate dai bambini di Santo Tomàs e regalaci il rettilineo d’arrivo della tua carriera come fossi il cavallo Varenne. Corri, segna, balla come piace a te. Non chiediamo una copia di Luis Nazario da Lima Ronaldo, ma l’originale di Luis Fernando Muriel Fruto.