Covid, viaggi e tamponi. La pandemia ha bloccato il settore del turismo organizzato. Venti mesi di restrizioni – più o meno severe a seconda della situazione epidemiologica – hanno dato un duro colpo alle imprese di tour operator.

L’ultimo arriva dall’ordinanza sulle restrizioni per i viaggiatori. Le nuove regole, valide dal 16 dicembre sino al 31 gennaio 2022, impongono a chi arrivi da Paesi europei un tampone obbligatorio e, se non vaccinati, anche una quarantena di 5 giorni.

I numeri della crisi

I viaggi degli italiani verso l’estero segnano quest’anno una flessione del 92% a causa dei divieti di viaggiare verso la stragrande maggioranza dei Paesi extra Ue. Il business travel ha perso tre quarti del suo giro d’affari e il settore eventi registra un tonfo dell’80%. A questi dati si aggiunge il totale azzeramento del turismo scolastico, che si avvia a rimanere fermo per il terzo anno consecutivo.

Nel 2019 erano circa 13 mila le agenzie di viaggio con codice Ateco attivo. Oggi sono rimaste circa 8.200 e nei prossimi mesi si stima la chiusura di altre 2.460 attività. Questo significa che rimarranno i piedi solo poco più di 5mila agenzie, pari a circa il 50% del totale rispetto al 2019. Questo ha comportato per un comparto che fatturava 13,3 miliardi nel periodo pre-pandemia un crollo superiore all’80%. Il Covid, in sostanza, ha portato indietro di oltre 10 anni il settore del turismo organizzato.

Le ricadute sul lavoro

Gli oltre 86 mila lavoratori impegnati come tour operator lamentano aiuti governativi arrivati con il contacogge, a fronte di un blocco quasi totale del settore. Poi, con la cassa Covid in scadenza, sono già a rischio disoccupazione 40.000 addetti. Si stima che il 98% aziende non coprirà il costo del lavoro senza ammortizzatori sociali e più dell’80% si vedrà costretta a ricorrere ai licenziamenti. Il pericolo, inoltre, è di perdere la maggior parte dell’occupazione femminile oltre ad un cospicuo numero di imprese “rosa”.

Le richieste al governo

Un emendamento alla manovra presentato nei giorni scorsi dal governo in commissione al Senato, istituisce un fondo da 150 milioni nel 2022 per il sostegno “agli operatori economici del settore del turismo, dello spettacolo e dell’automobile, gravemente colpiti dall’emergenza Covid”. Questa novità è stata accolta con favore dalle associazioni di categoria ma non sembra sufficiente a risollevare il settore dalla crisi innescata dalla pandemia.

“Dopo quasi due anni di restrizioni ai viaggi chiediamo a Draghi solo una cosa: a fronte dell’ulteriore stretta servono subito indennizzi al settore del turismo organizzato. Subito. Lo pretendiamo per gli imprenditori, i collaboratori e le loro famiglie”. Così in una nota congiunta Fto (Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio), Aidit Federturismo Confindustria, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro.

Per approfondire rivedi l’intervista a Gabriele Milani, Direttore Generale FTO, su Cusano Italia TV.

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