Sono diversi anni che tifosi romanisti, storici sportivi o semplici appassionati di calcio dibattono sulla data reale della nascita dell’Associazione Sportiva Roma. Una diatriba alimentata soprattutto tra vecchia e nuova proprietà, tra quella della famiglia Sensi e quella di Dan Friedkin, ora presidente in carica. Da quando le stelle e strisce hanno guarnito la lupa si è resa ufficiale la data del 7 giugno 1927 anziché la più blasonata e da sempre riconosciuta del 22 luglio. Quella, per le fonti, è la data di nascita ufficiale dell’As Roma. A dire il vero, in quel periodo fascista, dove prevaleva un classismo veemente, ad ogni compagine capitolina mancava un “quid”, ciò di cui Cicerone narrava con le sue altisonanti parole. Italo Foschi, fondatore e primo Presidente della Roma, nonostante nato a Corropoli in Abruzzo, capì che l’unione avrebbe fatto nascere un’idea, un modello di forza e passione testaccina.

L’As Roma e la fusione

Al di là di ogni data ufficiale possibile, era già dall’inverno del ’26 che in via Forlì, a casa Foschi, stava nascendo la missione, il credo giallorosso. Non sarà un caso che lo stesso Foschi morì di un malore inaspettato, una volta saputo della sconfitta della Roma a Genova, contro la Sampdoria, per 2-0. La storia racconta dell’unione tra U.S. Alba, F.C. Roman e S.S. Fortitudo ed un annuncio sulla celebre testata giornalistica del Messaggero diede prova di tale accordo il giorno seguente. L’articolo scritto in data 8 Giugno 1927 recitava:

“Gli sportivi romani esulteranno certamente di legittima soddisfazione apprendendo che finalmente è stato raggiunto l’accordo fra tre delle massime associazioni calcistiche. Accordo raggiunto per quella tanto desiderata fusione di forze e di valori che dovrà dare al calcio romano un nuovo assetto ed una nuova forza vivificatrice. L’ormai avvenuta fusione delle tre società Alba, Fortitudo e Roman è quanto di più desiderabile, nell’interesse dello sport romano, potevano augurarsi le folle sportive. Al di sopra di interessi minimi di entità personale è stato posto finalmente un unico e grande interesse: quello dello sport”.

In quella giornata si incontrarono i presidenti delle società prossime alla fusione, firmando delle carte, mai ratificate da un notaio, sulla costituzione dell’Associazione Sportiva Roma. Ciò probabilmente a causa delle leggi al tempo del regime, poiché l’operazione fu portata a termine non secondo i canoni regolamentari previsti.

Dietro la nascita dell’As Roma

Serve fare un passo indietro per cogliere cosa ci sia dietro la nascita dell’As Roma. Un documento datato 22 Agosto 1927 del CONI infatti, descrive una comunicazione agli Enti Provinciali Sportivi Fascisti il divieto di fondere società senza aver dato il suo benestare. Ai giorni nostri Massimo Izzi, scrittore e tifoso, laureato in lettere con una tesi in storia contemporanea sulla fondazione dell’AS Roma e dal 2012 designato per far parte della Commissione della Hall of Fame giallorossa, cui ha riservato 15 testi, racconta come il club fu fondato il 7 giugno. “Il comune di Roma aveva autorizzato la concessione di una targa commemorativa, ma il condominio si rifiutò di affiggerla”.

Ripercorrendo invece i documenti ufficiali, si apprende del famoso Ordine n.1 datato 22 Luglio, circolare che dimostra come in via Uffici del Vicario 35, nacque l’Associazione Sportiva Roma. Al suo interno sono distribuite le cariche societarie. Sebastiano Bartoli, al secolo segretario della società, pose la prima firma esistente in nome e per conto dell’Associazione Sportiva Roma.

Dino Viola e l’amore per la Roma

“Il 22 Luglio 1927 è nata non una squadra ma un sogno. Questo siamo oggi, eravamo ieri, rimarremo sempre. Ogni 22 di luglio una lacrima scende sul mio volto e alimenta una passione. Quella data è la nostra storia, il primo passo. Sono grato al pioniere Foschi, perché con la firma del 22 luglio ha reso possibile una meraviglia sportiva senza eguali”.

Dino Viola

Anche Dino Viola, oltre alla famiglia Sensi confermò prima della sua dipartita, la data tanto disdegnata dalla nuova proprietà. D’altronde, la storia insegna con Romolo e Remo quanto sia passionale l’anima di un romano, quanta emotività non permetta un equilibrio, una razionalità. “Animi motus rego” dicevano i latini. Ciò però non è possibile quando ai tifosi romanisti viene toccata la storia della Roma.