La decisione di imporre tamponi e quarantene per i viaggiatori che vengono in Italia per combattere il covid non è piaciuta troppo agli altri Paesi e alle istituzioni europee. A prendere le distanze dalla linea promossa dal nostro presidente del Consiglio Mario Draghi è stato il Capo dello Stato francese Emmanuel Macron. La cornice è quella del Consiglio europeo in corso a Bruxelles, e le parole dell’inquilino dell’Eliseo non lasciano spazio a interpretazioni.
La linea morbida di Macron sul covid
“Non prevediamo di introdurre dei test Covid pcr (il tampone molecolare, ndr) all’interno della Ue, perché noi siamo attaccati al buon funzionamento dello spazio comune, dunque non contiamo di mettere dei test pcr nei confronti dei Paesi europei, ma verso dei Paesi terzi”. Insomma secondo Macron, i cittadini dell’Unione Europea che vogliono passare le vacanze in un altro Stato appartenente alla stessa Ue non dovrebbero sottoporsi a un tampone. “Di fronte alle varianti del virus, dobbiamo continuare ad agire da Europei” prosegue il Presidente transalpino, che poi affida ai social il suo punto di vista.
Face aux variants du virus, nous devons continuer d'agir en Européens. Les personnes vaccinées n'auront pas à réaliser de tests pour voyager entre les pays membres de l'Union européenne.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) December 17, 2021
Sul covid si rinsalda l’alleanza Francia-Germania
Nella lotta contro il Covid, al fianco di Macron, si presenta anche il neo-cancelliere tedesco Olaf Scholz: il leader della Spd ha infatti espresso concordia sulla linea francese, affermando di seguirla: “La libertà di movimento in Europa è importante”.
Quelli del tampone all’ingresso
Non c’è solo l’Italia però ad imporre un test negativo per i vaccinati in ingresso: Grecia, Portogallo e Irlanda hanno tutti la medesima linea. Ricordiamo poi le parole di Mario Draghi, che ha voluto spiegare il perché di queste misure nel corso del Consiglio europeo: “Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale” chiosa il premier. “Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento a livello Ue – conclude Draghi – deve essere guidato dal principio di massima cautela”. La decisione italiana (tampone per tutti all’ingresso, più quarantena di 5 giorni per i non vaccinati) aveva suscitato “stupore” in quel di Bruxelles. Ma Palazzo Chigi non torna indietro.