I film di Natale, cinepanettoni o meno, sono una tradizione nel nostro paese, al pari del torrone e della tombola in famiglia. Ma quale sarà il film delle feste preferito dagli spettatori italiani? La risposta a questa domanda è arrivata grazie a un sondaggio commissionato dal sito internet Facile.it agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, e non mancano le sorprese…
Mamma ho perso l’aereo è il film di Natale preferito dal pubblico italiano
A guidare la speciale classifica è Mamma ho perso l’aereo.
Il film che nel 1990 lanciò la carriera del giovanissimo Macaulay Culkin conferma di avere un posto speciale nel cuore degli spettatori italiani. Del campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana adulta residente sull’intero territorio nazionale, la pellicola si è infatti aggiudicata il 15,3% delle preferenze, pari a più di 6,7 milioni di persone. Al secondo posto si trova, invece, la pellicola che da anni accompagna la cena della Vigilia: Una poltrona per due, con il 12% delle preferenze (più di 5,2 milioni di individui). A chiudere il podio, arriva Miracolo nella 34ma strada, con il 9,7% delle preferenze.
In posizioni più basse, è possibile trovare altri grandi classici delle feste: da Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (l’originale del 1971 con Gene Wilder) a Nightmare before Christmas, passando per Christmas Carol, Il piccolo Lord e Harry Potter e la Pietra Filosofale.
I cinepanettoni (quasi) totalmente assenti dalla classifica dei film di Natale preferiti
Chi dava per scontato il successo dei famigerati cinepanettoni come film di Natale preferiti dagli italiani resterà, dunque, deluso. L’unico presente in classifica è, infatti, il primo ascrivibile a quella categoria, Vacanze di Natale, diretto dai fratelli Vanzina nel 1983 e rimasto, ancora oggi, indimenticato tra i fan della commedia all’italiana, della quale cui rappresenta l’ultimo colpo di coda prima del disimpegno e della comicità un po’ volgare degli anni seguenti.
Ma perché gli italiani hanno apparentemente dimenticato queste pellicole che, secondo alcuni critici e addetti ai lavori, erano così amate dal pubblico e fondamentali per i destini dell’industria cinematografica italiana?
Il motivo, in realtà, è semplice ma occorre fare un po’ di chiarezza su cosa i cinepanettoni hanno rappresentato per la storia del cinema italiano.
Storia e successo dei cinepanettoni: il film di Natale e l’intrattenimento senza pensieri
È innegabile, anzitutto, che si sia trattato di un fenomeno importantissimo, capace di fornire per almeno tre decenni un intrattenimento puro ad un pubblico, quello delle feste, in cerca di evasione tra un cenone e una partita a tombola. Gli spettatori dei film con la coppia Massimo Boldi – Christian De Sica (i depositari del marchio, non ce ne vogliano i vari epigoni giunti con gli anni), andavano a vedere i loro film non perché si aspettassero qualcosa di nuovo o di più accattivante rispetto ai capitoli precedenti di questa grande saga tricolore. Ci andavano, anzi, proprio per la ragione opposta: perché era un’abitudine, un rituale quasi, che si ripeteva ogni anno uguale a se stesso e questo, si sa, è sempre gratificante per l’animo umano. Era l’occasione per rivedere quei parenti poco frequentati durante l’anno, e aggiornarsi sulla propria vita tra un tradimento di De Sica e un “Ciao Cipollino” di Boldi, e non c’era niente di male in questo.
Ritenere, però, che il successo dei cinepanettoni fosse dovuto alla loro qualità era, invece, pura miopia se non, nei casi peggiori, opportunismo e malafede del mondo del cinema italiano. Eppure, per anni questa è stata una verità incontestabile, introdotta sempre dalla stessa frase: “Questi film incassano quindi il pubblico vuole vederli”, che ha prodotto contraddizioni e vere sciagure per lo sviluppo dell’audiovisivo nel nostro paese.
In pochi sanno, ad esempio, che in virtù di questa opinione diffusa, i cinepanettoni, nel periodo di loro massimo splendore commerciale – gli anni Novanta e la prima metà degli anni Duemila – occupavano la quasi totalità delle sale cinematografiche sul territorio nazionale, rendendo dunque impossibile per altre pellicole di altrettanto (se non, a volte, superiore…) appeal commerciale di approdare nel nostro paese, pure essendo qualitativamente di gran lunga migliori rispetto ai prodotti di Aurelio De Laurentiis e Neri Parenti. Per fare un esempio banale ma utile a capire quanto avvenuto in quegli anni, i capitoli della trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson arrivarono in tutto il mondo a Natale (La Compagnia dell’Anello il 19 dicembre 2001, Le Due Torri il 18 dicembre 2002 e Il Ritorno del Re il 17 dicembre 2003), mentre in Italia queste pellicole furono costrette ad uscire a gennaio dell’anno seguente, con oltre un mese di ritardo.
Lo stesso avvenne per Avatar: la pellicola di James Cameron, attualmente il film di maggior incasso nella storia del cinema, ritardò l’uscita nei cinema italiani dal 16 dicembre 2009 al 15 gennaio 2010.
Siamo certi che il pubblico italiano, messo di fronte alla scelta tra un cinepanettone e il capolavoro di Cameron, avrebbe scelto il primo? Francamente, ne dubito. E la prova arrivò da quanto avvenne nel 2009, anno di svolta per il cinema di Natale in Italia.
Sherlock Holmes: un cinema di Natale diverso è possibile anche in Italia
Dopo alcuni anni in cui i numeri al box office dei cinepanettoni erano in diminuzione (dopo l’exploit con i 28 milioni di euro di Natale sul Nilo del 2002, si passò ai 19 milioni di Natale in India del 2003 e ai 17,4 di Christmas in love nel 2004, per poi risalire con i 23 di Natale a New York e di Natale in crociera, rispettivamente del 2006 e del 2007), la Warner Bros. decise di fornire, per la prima volta da decenni, un film di Natale alternativo al pubblico italiano.
Il giorno di Natale del 2009 arrivava quindi nelle sale cinematografiche italiane Sherlock Holmes, nuova versione del detective creato da Arthur Conan Doyle diretta da Guy Ritchie e interpretata da Robert Downey Jr., reduce dai trionfi con il primo Iron Man, film che l’anno precedente aveva inaugurato l’Universo Cinematografico della Marvel, rendendo i cinecomics il genere più popolare del 21° secolo.
Messo di fronte ad una pellicola di puro intrattenimento ma nuova, fresca, divertente ma non banale o semplicemente sciocca né tantomeno volgare, il pubblico italiano non ebbe alcun dubbio. Sherlock Holmes incassò oltre 19 milioni di euro, battendo il cinepanettone di Leonardo Pieraccioni Io e Marilyn (13,2 milioni), e quasi pareggiando il conto con quello con Christian De Sica, ormai orfano di Massimo Boldi (Natale a Beverly Hills, che incassò circa 21 milioni).
Da quel momento in poi, la programmazione natalizia italiana ha potuto essere all’altezza di quella di altre cinematografie più avanzate, fino ad arrivare alla vasta scelta di questo 2021, dove a contendersi il box office nostrano saranno un blockbuster come Spider-Man: No Way Home, il musical West Side Story firmato Steven Spielberg, il cinecomic dei fratelli Manetti Diabolik e House of Gucci diretto da un autore come Ridley Scott.
Sarà, dunque, un buon Natale per il cinema italiano. Se a mancare saranno i cinepanettoni di una volta, gli spettatori se ne faranno una ragione.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, dal lunedì al venerdì, dalle 19 alle 20 su Radio Cusano Campus.