Che Silvio Berlusconi ambisca al Quirinale ormai è risaputo. Che la sinistra potesse accettare la sua nomina, e votarlo, quale Capo dello Stato era difficile. E il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha dissipato qualsiasi possibilità di una salita al Colle da parte del leader di Forza Italia. Seppur velatamente, le sue parole sono sembrate la fine della corsa per il cavaliere: il prossimo inquilino al Quirinale “mai nessun capo politico”. E Berlusconi rientra fra questi.

Berlusconi dice addio al Quirinale?

Le parole di Enrico Letta, rilasciate al Sole 24 Ore, suonano come il de profundis per i sogni berlusconiani: “Rivedendo i dodici presidenti della Repubblica non si trova nessun leader capo politico. Sono stati figure più istituzionali, e se è avvenuto così non è un caso. La figura richiede spiccato senso delle istituzioni. Personalità che hanno avuto incarichi istituzionali, normalmente super partes”. Una sfida che, per il segretario Dem, si concluderà in tempi brevissimi: i partiti, per Letta, non reggerebbero a decine di, ipotetiche, votazioni e, per questo, il prossimo Capo dello Stato ” sarà eletto nelle prime votazioni e sarà un bene, dopo quattro o cinque votazioni”.

Berlusconi e il Quirinale: un interesse mai confermato

C’è da chiedersi allora quanto sia forte il desiderio berlusconiano per il Colle. Lo stesso numero due di Forza Italia Antonio Tajani, intervenuto nella trasmissione di Cusano Italia Tv L’imprenditore e gli altri, non si è sbilanciato: “Molti nel centrodestra ritengono che Berlusconi sia il miglior candidato possibile, ma lui ancora non si è pronunciato, non ha sciolto alcuna riserva. Vedremo dopo l’approvazione della Manovra. Sicuramente – afferma Tajani – è una stagione completamente diversa rispetto a quelle che hanno portato all’elezione dei precedenti capi dello Stato”.

Gli altri nomi per la Presidenza e… Palazzo Chigi

La situazione pandemica, e la proroga allo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022, sembrano far tramontare i progetti di un Mario Draghi che trasloca dalla presidenza del Consiglio dei ministri a quella della Repubblica. Sebbene l’ex capo della Banca Centrale Europea sembri essere da una parte quello che coglie maggior favore (come per il centrista Giovanni Toti), il trasloco di Super Mario lascerebbe una serie di nodi difficilmente districabili.