ll 16 dicembre gli studenti e i pensionati manifesteranno insieme e si ritroveranno dietro a un unico striscione in piazza del Popolo a Roma in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil.
Sciopero degli studenti: uno striscione con Cgil e Uil
Dal Ponte degli Annibaldi, con alle spalle il Colosseo, gli studenti e le studentesse della Rete degli studenti Medi e dell’Unione degli Universitari hanno esposto uno striscione per rilanciare la loro presenza in piazza domani con le firme sindacali.
L’azione arriva durante la terza settimana di occupazioni nella Capitale e in tutto il Paese, diventate ormai più di 50 negli ultimi giorni. Lo sciopero generale rappresenta, per gli studenti, un’occasione per continuare la mobilitazione cominciata il 19 novembre con più di 40 piazze in Italia, con le occupazioni per l’appunto e lo sciopero della scuola del 10 dicembre scorso.
“Non ci fermiamo, serve che ministero e Governo aprano gli occhi- spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli studenti Medi- A chi non sa spiegarsi questo sciopero rispondiamo con dati di fatto. La situazione dell’edilizia nelle scuole è tragica, eppure non ci sono sostanziali somme stanziate per un piano straordinario ora che si potrebbe intervenire.”
Salute Mentale. La priorità agli sportelli di assistenza psicologica
Situazione drammatica anche per quanto riguarda il concetto di Salute mentale, ha spiegato lo stesso Biancuzzi, che pare essere completamente taciuto e nascosto. Serve rendersi conto che è una priorità e lavorare con chi la scuola la vive per creare Sportelli di Assistenza Psicologica in ogni scuola funzionanti. La situazione, in generale, non può essere tenuta in disparte.
Legge di Bilancio, uno strumento di investimento e rilancio
Gli studenti chiedono che la Legge di Bilancio e il Pnrr siano strumenti di investimento e rilancio. Negli scorsi mesi si siamo mobilitati in tutti i territori e atenei per rimarcare le già note criticità del sistema universitario, prima fra tutte la mancanza di investimenti strutturali sul diritto allo studio.
“Lo studio che abbiamo condotto e presentato nelle scorse settimane restituisce un quadro tragico: tutti i costi universitari gravano su studentesse e studenti, dalle tasse agli affitti passando per materiale didattico e l’assistenza medica- aggiunge Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’Udu-Unione degli Universitari.
Nonostante il percorso autunnale e le varie interlocuzioni avute, la bozza della Legge di Bilancio si è rilevata essere uno schiaffo in faccia non solo al mondo dell’università, ma più in generale a tutte le giovani generazioni che risentono, oggi più che mai, di condizioni lavorative precarie e prive di tutele”.
“Non possiamo permetterci- conclude- di ipotecare il nostro futuro, non vogliamo che il Governo trascuri scuola, università, ricerca e lavoro. Per questo domani saremo in tutte e 5 le piazze italiane, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori, perché lo sciopero è uno dei pochi strumenti politici che come cittadine e cittadini abbiamo a disposizione per incidere e farci ascoltare”.
L’insegnamento fondato sull’aziendalismo
Gli studenti e le studentesse puntano il dito, inoltre, contro le riforme degli ultimi anni che “hanno trasformato la scuola in un luogo sempre più inospitale”, in cui “l’insegnamento si sta piegando sempre più su un modello aziendalista e manageriale nel quale non ci riconosciamo e che pure ci viene chiesto di accettare”. Ne è un esempio, secondo loro, la dinamica dei Pcto (ex alternanza scuola-lavoro).
“Molti di noi sono costretti a lavorare per aziende private senza diritti nè la possibilità di controllare i progetti all’interno delle scuole- scrivono- Questa logica aziendalista produce un sistema scolastico in cui aumentano i problemi psicologici e sparisce la socialità. Di fronte a questi problemi le scuole sono inadeguate vista la mancanza di sportelli psicologici e la scarsa possibilità di quelli esistenti di far fronte alle richieste”.
Per questo, concludono, sono stanchi di sentirsi esclusi da un sistema che non mette al centro le loro esigenze.