Sembra quasi uno scherzo ma l’Europa ha chiesto all’Italia chiarimenti e motivazioni sul perché siano state adottate determinate misure in concomitanza con il prolungamento dello stato di emergenza. La vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova, a Bruxelles dopo il Consiglio Affari Generali, ha detto che “gli Stati hanno voluto mantenere una porta aperta” e che “ulteriori restrizioni” in realtà “devono essere giustificate”. Non solo. E’ stato detto che “scelte unilaterali” minano “la fiducia dei cittadini”.

Nell’Unione Europeo dei mille regimi fiscali e legislativi l’Italia dovrebbe giustificare agli Stati Membri e perché no, al resto del Mondo, come mai, in piena quarta ondata, si chieda per entrare nello Stivale “obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell’Unione Europea” e “per i non vaccinati, oltre al test negativo, è prevista la quarantena di 5 giorni”.

Stato di emergenza, Italia primeggia nei vaccini

Una misura di assoluto buonsenso figlia proprio delle scelte scellerate degli altri Paesi membri. Del resto parlano i numeri. In Europa, si legge sul sito dello European Centre for Disease Prevention and Control, la media di vaccinati con prima dose è al 71,5% mentre l’Italia registra un 80,5%. Ben 10 punti percentuale in più, segnale che qui il vaccino lo si sta prendendo sul serio e l’Unione Europea dovrebbe preoccuparsi di quanto accade invece in altri Paesi. Quegli stessi Paesi dove, la scorsa estate, anche con il benestare dell’UE, si sono giocati gli Europei di Calcio, con assembramenti di tifosi e semplici appassionati in tutte le città del Vecchio continente.

La vicepresidente Jourova potrebbe invece esortare la Romania, che ha il 40% di persone vaccinate con una dose, a mettere in campo una campagna vaccinale più incisiva; oppure la Polonia dove la percentuale “sale” al 56%. Alla luce di questi numeri l’Italia dovrebbe giustificare come mai vuole evitare che la pandemia si diffonda sul suo territorio?

Magari uno si aspettava che l’Europa chiedesse spiegazioni alla Polonia e all’Ungheria sul perchè costruissero muri ai confini per respingere disperati e come mai non volessero collaborare con i Paesi del Mediterraneo per la gestione dei migranti.

Magari l’Europa potrebbe chiedere giustificazioni del perché il costo del lavoro negli Stati dell’Est sia così basso oppure come mai in Europa esistano veri e propri paradisi fiscali. Ancora una volta, purtroppo, siamo di fronte ad un’Unione Europa schizofrenica, capace di indignarsi per un tampone ma non per il dumping fiscale, la mancanza di solidarietà, il mancato rispetto dei diritti civili.

L’Italia ha smascherato l’UE con lo stato di emergenza

Il problema dell’Europa è che la scelta dell’Italia ha messo in evidenza la pochezza dell’Europa stessa, incapace di mettere in campo una campagna vaccinale europea, lasciando fare ai Paesi membri nella speranza che tutti fossero responsabili. Oggi, quindi, ci ritroviamo con un’Unione che sembra quasi difendere chi non ha fatto il suo dovere rimproverando, invece, i primi della classe.