Navigator, proteste in tutta Italia. I navigator in questi mesi si sono mossi tra centri per l’impiego sguarniti, banche dati regionali che funzionano a singhiozzo e sistemi che non comunicano. A far discutere il governo non è solo il reddito di cittadinanza, ma anche la situazione dei 2400 navigator, i professionisti che hanno il compito di supportare i centri per l’impiego nella ricerca di offerte di lavoro per i beneficiari della misura. I navigator sono nati nel 2019 per sostenere i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un impiego. Per mesi sono stati al centro del dibattito sul reddito di cittadinanza e della riforma del mercato del lavoro ma in pochi hanno approfondito la loro figura e il loro ruolo.
La figura dei navigator
A fine anno i 2400 navigator (erano 2500) potrebbero restare senza lavoro. Proprio loro che sono stati scelti, tramite concorso, per occuparsi dei percettori del reddito di cittadinanza, di guidarli in un percorso di riqualificazione professionale e nella ricerca di un posto di lavoro.
L’emendamento al decreto Recovery
L’emendamento al decreto Recovery è stato ribattezzato “salva navigator”. Firmato dai relatori del decreto, l’emendamento attribuisce alle Regioni la possibilità di subentrare all’Anpal Servizi nei contratti con queste figure professionali che hanno il compito di accompagnare i percettori di Reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro. Se l’emendamento fosse approvato, nel decreto Recovery verrebbe inserita una proroga di sei mesi del contratto dei navigator, in scadenza a fine 2021.
Le proteste dei navigator
Al monito “Siamo istruiti, formati e fondamentali per le politiche sul lavoro” e in segno di protesta, i navigator hanno fatto sentire ancora una volta la loro voce. Ieri hanno nuovamente manifestato sotto il Ministero del Lavoro e in diverse città italiane per chiedere la continuità occupazionale e il riconoscimento delle loro professionalità nei servizi pubblici per l’impiego e le politiche attive.
Le richieste dei navigator
In un comunicato stampa l’Associazione Nazionale Navigator fa chiarezza sull’emendamento che dovrebbe salvare i navigator e punta il dito contro le inadempienze del ministro del Lavoro Orlando che, si legge nel testo, “si è sempre rifiutato di ricevere una nostra delegazione e – malgrado le reiterate richieste – non ha ritenuto di dover intrattenere un benché minimo dialogo né con i sindacati né con la nostra associazione. Riteniamo questo atteggiamento di una grave assurda”. Il comunicato recita così: “Questo emendamento non salva nessuno, tantomeno ci assicura una continuità lavorativa”
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