Aumento produttività lavoro in pandemia: nel 2020 è +1,3%, al top in Europa. Lo certifica l’Istat nel suo report sulla produttività. La dinamica positiva della produttività segue un lungo periodo di crescita molto lenta (0,5% in media negli anni 2014-2020). “Nel 2020 – spiega l’Istat – la produttività del lavoro è aumentata marcatamente nel settore delle Attività finanziarie e assicurative (6,3%), nei Servizi di informazione e comunicazione, nel settore dell’Istruzione, sanità e assistenza sociale (5,7%).
Aumento produttività lavoro in pandemia: i motivi
Secondo il sociologo Domenico De Masi, intervenuto su Radio Cusano Campus, il merito è dello smart working. “Questo salto di produttività di 1,3% c’è stato perché abbiamo lavorato a casa, è questa l’unica differenza rispetto a prima -ha evidenziato De Masi-. Stiamo scoprendo lo smart working e i suoi vantaggi. Tant’è vero che le migliori aziende private stanno ricorrendo massicciamente al lavoro agile”.
Gap tra pubblico e privato
“Le aziende private che hanno puntato sullo smart working -ha aggiunto De Masi-, avranno un incremento di produttività tra il 10 e il 15%. Invece la PA, che ha riportato tutti i lavoratori in ufficio, non avrà nessun vantaggio e questo aumenterà ancora di più il gap tra pubblico e privato. Purtroppo la maggior parte dei capi d’azienda in Italia soffre della sindrome di Clinton, che non avrebbe mai voluto la sua stagista in smart working. Vogliono il loro dipendente lì sotto i loro occhi perché pensano di controllarlo. Una mentalità molto arcaica”.