Julian Assange può essere estradato negli Stati Uniti d’America per rispondere dell’accusa relativa a ciò che gli viene contestato. Si tratta della divulgazione dei file top secret all’interno dei quali ci sarebbero anche le prove dei crimini di guerra da parte degli Usa in Afghanistan e Iraq.
Si è pronunciata così, alcuni giorni fa, l’Alta Corte di Londra che ha di fatto ribaltato la sentenza di primo grado emessa lo scorso gennaio. Stando al pronunciamento di un anno fa, l’Alta Corte negava l’estradizione di Julian Assange dalla Gran Bretagna agli Usa.
Julian Assange: ictus in carcere a fine ottobre
Dopo le prime reazioni scomposte dei suoi sostenitori, le parole di Stella Morris, compagna del fondatore di Wikileaks, rappresentano un elemento non trascurabile rispetto alle condizioni di salute di Assange. Julian ha avuto un mini-ictus in cella a fine ottobre. L’aspetto è da considerare visto che negli Usa lo attende un processo per spionaggio. Al centro della vicenda la diffusione online di migliaia di documenti e email classificati sull’attività militare e diplomatica degli Usa.
Il malore, occorsogli verso la fine di Ottobre, può essere ricondotto ad un episodio ischemico transitorio. Tecnicamente si è brevemente interrotto il flusso di sangue a una parte del cervello di Assange, 50 anni. “Credo che questa partita a scacchi, questo stress estremo, siano stati la causa di questo incidente vascolare cerebrale di Julian”, ha detto Morris.
Assange estradato: la reazione dei sostenitori
Serpeggia un sentimento di delusione tra coloro che ancora appoggiano il leader di Wikileaks. Di fatto è stato accolto il ricorso del team di avvocati statunitensi che si sono battuti sin da subito contro il no alla consegna di Assange sulla base di un pericolo di suicidio che sarebbe connesso, in via del tutto ipotetica e secondo i termini di una perizia, al prevedibile trattamento giudiziario e carcerario. È ora previsto che il caso venga rinviato al tribunale di grado inferiore per essere ascoltato nuovamente.
Le rassicurazioni dagli Usa
Lord Burnett dichiara sul rischio di suicidio: «Questo rischio è a nostro giudizio escluso dalle rassicurazioni che vengono offerte. Questa conclusione è sufficiente per determinare il ricorso a favore degli Usa». A questo punto è scontato che Assange presenterà un ricorso contro la decisione.