Ci sono momenti della vita dove ricorderemo per sempre dove eravamo, con chi eravamo e cosa stavamo facendo. Questo, a maggior ragione, vale per lo sport. Ci ricordiamo di quando Usain Bolt ha infranto il record dei 100 metri, così come sappiamo ogni dettagli del successo di Lamont Marcell Jacobs in questa Tokyo estiva. Tutti sappiamo cosa facevamo quando l’Italia ha vinto il quarto Mondiale. Allo stesso modo tutti ci ricorderemo di quando Max Verstappen è diventato campione del mondo. Di certo non per Max Verstappen in sé, che magari molti neanche conoscevano. Quel che abbiamo visto ieri nella cornice di Abu Dhabi ci tocca gli occhi e ci fa tremare dalla sedia. In molti all’ultimo giro hanno sentito il cuore battere, quasi uscire fuori dal petto. Forse, proprio in questo modo, si è sentito Max Verstappen e chi gli stava vicino.

La morale di Max Verstappen campione del mondo

Ci si è interrogati da quale porta entrino nella storia i personaggi come Nicholas Latifi. Fino al suo incidente Lewis Hamilton era padrone della gara, del mondiale e del suo destino. Quella macchina sul muro ci fa capire quanto le nostri sorti siano indissolubilmente legate a quelle degli altri; il discorso vale anche per Mick Schumacher, figlio dello Schumi che lo stesso Hamilton stava per superare con un record che lo avrebbe consegnato alla leggenda. Indirettamente, in una lotta all’ultimo posto, ha fatto in modo che il sette volte campione del mondo non portasse a casa l’ottavo titolo. Lewis Hamilton stava per vincere di nuovo. Così non è stato, anche perché davanti c’era Max Verstappen e la sua “rota volubilis”.

Non si sa per quale porta entreranno nella storia Nicholas Latifi e Timo Glock, ma certamente sappiamo che il campione del mondo Max Verstappen entra nella leggenda proprio da primatista assoluto. Si affianca a nomi storici, leggendari, da brividi e da romanzo. Lo fa consegnandoci una lezione che solo il miglior mondiale di Formula Uno degli ultimi tempi, se non di sempre, ci consegna: fino all’ultimo giro non si può dire la fine. Ci sarà sempre un’opportunità, un’occasione, un motivo per riuscire ad affermarsi.

Fino all’ultimo giro bisogna correre, correre, correre. Che poi, se ci si crede, ci si trova con il proprio padre ad accarezzarti e i fan in visibilio. L’importante è crederci, anche con una squadra al proprio fianco. Questo, a modo suo, sarà sempre il grande merito del campione del mondo Max Verstappen.