Un disarmante atto di accusa di Pino Bertelli contro la guerra attraverso i ritratti di quei bambini che la stanno subendo non solo con la fame, le brutalità e il terrore dei suoi conflitti, ma anche rendendola parte della loro quotidianità e di una forzata normalità.
Bambini in guerra: una mostra sui “Ritratti dall’infanzia negata”
Il CSF Adams presenta KromArt expo, rassegna fotografica che si terrà a Palazzo Velli Expo, nel cuore del rione Trastevere, dal 16 al 19 dicembre 2021.
La manifestazione, che inaugurerà il 16 dicembre alle ore 18, vedrà esposta una retrospettiva del fotoreporter di Reporters sans frontières Pino Bertelli, dal titolo Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata. Oltre alla mostra di Pino Bertelli saranno ospitati a Palazzo Velli Expo anche i lavori di Giorgio de Finis, Jack Sal, Gaetano Di Filippo, Veronica Benedetti e gli autori vincitori della call L’autoritratto ai tempi del Coronavirus.
Pino Bertelli. Il fotografo contro la guerra
William Eugene Smith diceva: “Vorrei che le mie fotografie non fossero solo documentazione di fatti di cronaca, ma un atto di accusa contro la guerra e contro la violenza brutale e depravata che attacca gli animi e i corpi degli uomini. Vorrei che le mie fotografie fossero un potente catalizzatore emozionale e che possano contribuire a evitare che una simile follia criminale possa ripetersi di nuovo”.
Pino Bertelli, sulla scia dell’insegnamento del documentarista americano, utilizza la fotografia come mezzo di trasmissione storica, un monito per non dimenticare, ma anche un’accusa che risuona per la sua urgenza contemporanea, per non fare chiudere gli occhi su un presente in cui ancora si perpetra il dolore e la distruzione di tanti per favorire il potere di pochi.
La mostra
I ritratti di Bertelli di Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia negata si concentrano specificatamente sullo sguardo di chi queste guerre le ha subite non solo come civile senza colpe, ma in più come bambino, diventato vittima prima ancora di essere uomo. I segni della devastazione ingiusta compaiono sui loro corpi come i segni di un linguaggio a senso unico, parlato unicamente da strategie del potere che infliggono pene distruttive come se fossero caramelle.
Alcune immagini immortalano ferite che sono lacerazioni sul corpo e la cui devastazione viene occultata dalle bende, ma Bertelli va oltre, non si limita a ritrarre ciò che appare, ma si rende voce di quei bambini che sembrano essere portatori di un dolore universale, del dolore di un mondo intero, anche quando sono vestiti con un cappello da militare di alta levatura e una pistola (forse giocattolo) ancorata sul davanti dei pantaloni. Contro la guerra. Ritratti dall’infanzia, infatti, risuona come una cartografia del dolore, un atlante di volti infantili che hanno visto la guerra e che ci puntano addosso i loro occhi come schermo riflettente delle barbarie e delle tragedie subite, senza pietismo, ma con il monito dell’ingiustizia subita.