Eurolega la due giorni continentale riporta il sorriso a Milano
L’Olimpia passa in casa dei monegaschi Il Maccabì è scivolato davanti al pubblico amico
Eurolega la due giorni continentale riporta il sorriso a Milano
La due giorni di Coppa dei Campioni offriva il piatto forte questa sera con Barcellona-Real Madrid e il possibile senso del ritorno alla vittoria per l’Olimpia Milano.
Ma anche l’antipasto non è stato male, nella giornata di giovedì 9.
Anche il bel Maccabì Tel Aviv di questi tempi, ha pagato dazio ai tanti impegni, condensati in pochi, pochissimi giorni. 34 partite del solo girone unico eliminatorio, tra andata e ritorno, che, come per tutte le partecipanti, si sommano alle attività dei singoli campionati.
La odierna Eurolega mostra limiti di condizione atletica e quindi di lucidità in attacco, per la temibile realtà israeliana. Superata con un quarto parziale che fa arrabbiare i suoi più antichi sostenitori: 8-22. Per il totale di 11 punti ottenuti, lontano (!) dal campo amico, dall’Unics Kazan. Una compagine in grande crescita, secondo i più attenti, tra gli osservatori.
Diversa, la storia di un’altra russa. Lo Zenit ha scherzato, male, con il Fenerbahce, capace di imporsi, a San Pietroburgo per 86-80. Equilibrio e tanto, anche a Belgrado, dove la difesa serba ha tirato fuori dal cilindro gli antidoti per disinnescare il grande Olympiakos dell’ultimo mese e messo. Ha vinto la Stella Rossa 81-76, con una signora partita a rimbalzo, sia da una parte che dall’altra del campo.
L’Efes Anadolu ci ha rimesso nel tentativo di proseguire la crescita, palpabile, in questo periodo di Eurolega. Ha perso 83-71 a Monaco di Baviera. Una imprevista scivolata.
La sola gara con troppi punti di divario è quella giocata in Spagna. Dove il Baskonia, alleluja, trova il successo, per 91-66, su un bruttissimo Asvel Lyon Villeurbanne. Che ha scordato tante cose, tutte, nella stessa occasione.
Eurolega: oggi musica diversa. La sfida tra quintetti un tempo unici appartenenti alla Grande Madre Russia, ha visto, nella partita di anticipo (orario) perdere clamorosamente allo Zalgiris Kaunas, che sembrava aver cominciato a muoversi, di quel minimo. Il 73-51 finale in favore del CSKA Mosca ci racconta di una prestazione “da oratorio” (con tutto il rispetto per l’antico, italico serbatoio dei chiostri parrocchiali da cui tutti siamo passati!, n.d.r.). Il basket della Lituania non meritava una sonora sberla e una umiliazione del genere.
L’Olimpia Milano interrompe la striscia di 4 battute d’arresto di fila, 5, complessive, rimettendo in moto un motore che ha pagato un prezzo esagerato, alla grande partenza delle prime 6 partite in sede europea. La vittoria dei giocatori di Ettore Messina è stata ottenuta, finalmente, con la dovuta attenzione, in casa dei cestisti monegaschi.
Da rilevare il ritorno di fiamma, nei tre minuti finali, del Monaco. Al quale la squadra del Presidente Giorgio Armani ha saputo “tenere botta”. Tornando a casa con un successo che legittima il 10 e lode raccolto in Serie A. Visto soprattutto il modo con cui è stato costruito il successo al palasport intitolato all’indimenticabile Elio Pentassuglia a Brindisi, in casa di una delle migliori espressioni di Pallacanestro degli ultimi tre anni. Intanto in Eurolega l’Olimpia ha vinto 71-65. E dimostra di ricordare, come si possa difendere con efficacia.
Il Panathinaikos ha tirato fuori la personalità e quei sani “fondamentali”, per rifilare parecchia dote di divario all’Alba Berlino, che improvvisamente sembrava un collettivo grande come il Mont Ventoux, quando ha stoppato l’Olimpia Milano. E in realtà è un gruppo assai modesto, tecnicamente parlando.
Il big-match di giornata è in corso di svolgimento. Si gioca in terra di Catalogna. Dove la rivalità è…tutto, nel Calcio, come nella Pallacanestro. A maggior ragione in Eurolega. Nei primi due periodi il Barcellona ha fatto vedere di quale pasta sia fatto, sotto ai tabelloni, come nella costruzione dei giochi d’attacco.
Al 10′ 24-19 per i blaugrana, che nel secondo periodo mettono altri 4 punti tra il proprio percorso e il rivale di sempre (27-23). All’intervallo lungo 51-42. Il divario si allarga, nei terzi 10′ con il Barcellona avanti adesso di 14, ricucito dalla rabbiosa reazione d’orgoglio del Real Madrid fino al 16-16 di parziale con il ritorno al +9 per i padroni di casa. Sul 67-58 strappo in apertura di ultima frazione, di 6-2, per il Barcellona, che dimostra una grande condizione, dei singoli e del collettivo. Benissimo Mirotic, tra punti segnati e gioco per la squadra: è piaciuta la concretezza e l’apporto di Laprovittola e Davies.
Il Barcellona viaggia verso il primo posto e tutto questo appare di netto meritato, per le vicende del campo. Gran lavoro di Jokubatis, scuola lituana, non a caso. Per la gioia dei sostenitori del Barça, e lo slovacco Kuric, che il suo lo fa con grande continuità, nell’arco di una gara.
Ultima traccia del Real Madrid sul -8 a 60 secondi dalla fine. Troppo poco. Troppo tardi. Vincere un derby in questa Eurolega, richiede ben altra prontezza e applicazione. Faticare per segnare una ventina di punti a periodo, la dice lunga, sul Real di questa specifica serata. Ha avuto ragione il Barça. Non fa una grinza.
Di certo per il nostro movimento c’è che, assieme a CSKA Mosca e Olympiakos, Milano è tornata terza. L’ItalBasket non chiedeva di meglio. Anche se una delle due prime, quella battuta in terra catalana, è a 2 vittorie di distanza. Quella uscita vincitrice, addirittura a 3. Il sentiero che porta al casello per la gloria è ancora lungo, da percorrere.