“Voltiamo pagina” è la rubrica dedicata ai consigli di lettura della settimana.
Oggi conosciamo le autrici Octavia E. Butler e Bernardine Evaristo attraverso due consigli di lettura che parlano di donne e razzismo.
“Ragazza, donna, altro” di Bernardine Evaristo è un romanzo corale con dodici protagoniste: etero e gay, nere e di sangue misto, giovani e anziane. Le loro storie, cucite insieme come in un arazzo, danno vita ad un racconto anticonvenzionale che rilegge un secolo di storia inglese da una prospettiva inedita e necessaria. Il librosi apre col debutto al National Theatre di uno spettacolo femminista: “L’ultima amazzone del Dahomey” della regista lesbica Amma Bonsu. Amma inaugura il romanzo e in un certo senso ne è la madrina, ma è subito chiaro che dodici storie che lo compongono sono parti di un’architettura in cui non c’è spazio per alcuna forma di subordinazione.
L’autrice pratica il cosiddetto attivismo letterario, che apre la scrittura al diverso, all’inascoltato, includendo nel discorso tutte le alternative possibili. Bernardine Evaristo con il suo romanzo pubblicato in Italia da Sur, è la prima donna nera a vincere il Man Booker Prize nel 2019.
Un romanzo che celebra la bellezza della diversità e la ricchezza dell’inclusione.
“Legami di sangue” di Octavia E. Butler è un romanzo che supera i confini tra il reale e la fantasia, tra il passato e il presente, tra il “bianco” e il “nero”. È il 1976, l’anno del bicentenario dell’indipendenza americana. Dana e Kevin sono una coppia mista – lei nera, lui bianco – che guarda con fiducia al proprio futuro nella tollerante e progressista California. Ma un giorno Dana si ritrova inspiegabilmente catapultata nel passato, nella piantagione schiavista dove vivevano i suoi antenati. Da quel momento il suo destino si intreccerà con quello di Rufus, il ragazzino dai capelli rossi figlio del proprietario della piantagione.
Attraversando i secoli, grazie all’espediente narrativo del viaggio nel tempo, Dana affronta la questione dell’autodeterminazione e della libertà femminili, scoprendo come le questioni di genere siano strettamente collegate a quelle di razza e di classe.
Un viaggio che può apparire surreale ma che racconta con voce originale lo schiavismo nell’ottocento.
Per saperne di più rivedi la puntata di Restart 264 con la bookgrammer Silvia Sbaraglia