Non si affitteranno né si potranno vendere case se consumano troppo: è la proposta che giunge diretta dalla Commissione Europea tramite una bozza di risoluzione che verrà presentata in Parlamento Ue il prossimo 14 dicembre.
Case: la bozza della Commissione Europea
Come illustra la bozza visionata dal Corriere della Sera, a partire dal 31 dicembre 2025 la certificazione di idoneità dell’immobile dovrà seguire un modello prestabilito europeo. In Italia è obbligatorio per legge l’Attestato di Prestazione Energetica (Ape), che classifica le prestazioni degli edifici su una scala da 10 classi, dalla A4 a G, così come anche la certificazione energetica per la vendita o l’affitto di un edificio, ma attualmente per ogni Stato membro è previsto margine di autonomia.
L’Europa si prepara quindi a una durissima stretta di tutti gli immobili energivori. Il minimo di efficienza energetica richiesto è la classe F che in tre anni dovrà salire di una altro gradino e raggiungere gli standard della classe E. Gli standard minimi di energia sostenibile dovranno iniziare ad essere applicati dal 2027 come termine massimo, mentre saranno poi dal 2035 che tutti gli immobili presenti nella Comunità Ue dovranno rispettare il nuovo regolamento.
L’opinione del Movimento 5 Stelle
In una nota le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle delle commissioni Ambiente, Attività produttive e Politiche Ue hanno sottoscritto come la grande sfida di una transizione energetica concreta ed inclusiva si vinca solo con un patto tra cittadini e istituzioni. Principio questo che dovrà guidare anche il nuovo pacchetto di misure per ridurre le emissioni che la Commissione europea presenterà la prossima settimana che riguarderà anche l’efficientamento energetico degli edifici”. “L’efficienza energetica nel settore dell’edilizia è una pietra miliare della strategia per arrivare alla neutralità climatica – spiegano – secondo dati indicati della Commissione Ue, complessivamente, gli edifici dell’Unione sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
L’obiettivo delle case a zero emissioni dovrà essere perseguito accompagnando i cittadini, dando loro strumenti e agevolazioni per migliorare le condizioni delle loro abitazioni, pagare bollette meno care e aumentare il valore degli immobili. Il modello è chiaramente quello del Superbonus 110%, la maxi agevolazione fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle che nel nostro Paese ha innescato un circolo virtuoso con ricadute positive su ciclo economico, occupazione e decarbonizzazione. Per questo – si conclude nella nota a firma del M5S “bisogna estendere il più possibile la durata e la portata del nostro Superbonus e dare la possibilità agli altri Stati di introdurre una misura per efficientare e valorizzare le case di tutti i cittadini europei”.
Fratelli d’Italia contrario alla proposta dell’Esecutivo
Fratelli d’Italia, contrariamente, raccoglie l’allarme lanciato dalle categorie, a partire da Confedilizia, e intende battersi contro questa direttiva: “le case degli italiani nel mirino del Governo Draghi e della Commissione Ue. Alla spada di Damocle della riforma del catasto voluta dall’Esecutivo e che porterà inevitabilmente all’aumento delle tasse – ha dichiarato la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – si aggiunge un’altra follia alla quale sta lavorando Bruxelles: una bozza di direttiva europea per subordinare la possibilità di vendere e addirittura di affittare un immobile all’appartenenza ad una classe energetica alta.
Un provvedimento che presenta palesi profili di incostituzionalità per il partito di centrodestra e che è foriero di un ambientalismo ideologico che, se applicato, avrebbe un impatto devastante sul mercato immobiliare, sui cittadini e sulle famiglie.