Gli anticorpi monoclonali rappresentano ormai da tempo la nuova frontiera nella lotta al Covid-19 e si arricchiscono di nuove opzioni. Recentemente, infatti, l’Agenzia del farmaco, che aveva approvato l’uso di questi strumenti terapeutici a febbraio, ha dato il via libera a due nuove formulazioni, che permettono di guardare con fiducia al futuro della lotta al Sars-CoV-2.
Anticorpi monoclonali e lotta al Covid 19
“Gli anticorpi monoclonali si stanno rivelando un’arma efficacissima nella lotta al Sars-CoV-2, bloccando l’avanzare dell’infezione – ha sottolineato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, SIMIT – Attualmente li stiamo utilizzando nella pratica clinica in pazienti ad alto rischio di progressione di malattia, ossia coloro che abbiano più di 65 anni di età, siano affetti da comorbosità o che facciano uso di farmaci immunosoppressori. L’uso è previsto soprattutto in soggetti che non abbiano fatto la vaccinazione, ma anche in coloro che abbiano avuto una bassa risposta anticorpale al vaccino. I dati dimostrano che in più del 95% dei casi sono in grado di bloccare l’evoluzione del quadro. La differenza sostanziale con i vaccini che è un prodotto già pronto all’uso, in quanto sono anticorpi costruiti in vitro e sono attivi in maniera molto selettiva nei confronti del virus, riconoscendo un antigene specifico della proteina spike contro cui sono diretti, mentre il vaccino deve determinare una risposta anticorpale all’interno del nostro organismo”.
Monoclonali fra presente e futuro
I dati incoraggianti risultati dall’impiego degli anticorpi monoclonali sono ulteriormente alimentati dalle nuove approvazioni effettuate da AIFA. Con Determina 156, lo scorso 25 novembre l’Agenzia del farmaco, infatti, ha approvato anche l’anticorpo monoclonale CT-P59 (Regdanvimab) di Celltrion Healthcare, già utilizzato in altri Paesi del mondo e autorizzato nei mesi scorsi dall’EMA. In Corea del Sud, fino a novembre 2021, in 129 ospedali state trattati con Regdanvimab oltre 20mila pazienti. “Oggi abbiamo a disposizione diversi tipi di anticorpi monoclonali, tutti molto efficaci – commenta il Prof. Andreoni – Possiamo utilizzare in combinazione Casirivimab-Imdevimab o Bamlanivimab-Etesevimab, mentre da soli il Sotrovimab e il Regdanvimab, ultimo approvato da AIFA a fine novembre. L’aggiungersi di nuove opzioni rappresenta un arricchimento prezioso. Alcune varianti, infatti, qualora presentassero antigeni diversi dal solito, potrebbero sfuggire agli anticorpi monoclonali. Quelli oggi disponibili, grazie anche ai costanti aggiornamenti, sono in grado di contrastare tutte le varianti che finora si sono generate. Gli ultimi arrivati sono stati già costruiti per rispondere alle varianti che stanno circolando”.