“Volevo scrivere quello che ho visto, quello che ho vissuto, anche con il mio sguardo da figlio. Da 11enne ho assistito ad un’esperienza umana straordinaria: rivoluzionaria per certi versi, sconvolgente per altri versi.” Esordisce così Andrea Muccioli, figlio di Vincenzo, nell’intervista in cui racconta le ragioni del suo libro “Fango e risate, storia di San Patrignano (1975-1995)”.

Un libro contro la serie tv

Prima di impugnare la penna per scrivere il libro però, Andrea ha denunciato Netflix per i contenuti della serie tv dedicata alla storia della comunità di recupero. SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica, ma non per i figli. Lo spiega Andrea Muccioli in una lunga intervista nella trasmissione Tutto in Famiglia di Radio Cusano Campus. “I contenuti della serie sono profondamente e gravemente diffamatori nei confronti di mio padre. Prima di tutto ci aspettiamo di discutere questa cosa in tribunale e  di rispristinare l’onorabilità, la dignità di una persona che a 26 anni dalla morte ha il diritto di essere rispettata.”

Alla domanda di specificare quali siano le distorsioni della serie tv Andrea Muccioli risponde: “Ci sono cose totalmente inventate, manifestamente false e gravemente diffamatorie come il fatto che mio padre fosse misogino. Questo è smentito dalla sua intera esistenza, da padre, da marito, da educatore, da fondatore e da responsabile della comunita’. Tra le oltre 8 mila persone che sono passate a San Patrignano , c’erano ragazze, donne che sono state accolte come figlie. E’ stata data loro una responsabilità e sono cresciute come  persone. Alcune di esse, hanno anche gestito a loro volta delle responsabilità importanti all’interno della comunità.

E poi l’accusa di omosessualità. Non perché ci sia qualcosa di negativo nell’essere omosessuali, ma l’insinuazione implicita che mio padre si sia approfittato del suo ascendente di educatore, di responsabile della comunità per vivere dei rapporti sessuali con dei ragazzi che erano lì a svolgere il loro percorso sarebbe una cosa gravissima. In palese contraddizione con il suo ruolo di educatore. Soprattutto è una roba falsa, non si è mai visto mio padre in nessun atteggiamento neanche lievemente dubbio nei confronti di ragazze o ragazzi.”

Andrea Muccioli, il racconto del figlio

” Volevo scrivere quello che ho visto, quello che ho vissuto, quello a cui ho assistito, anche con il mio sguardo da figlio. L’osservatorio di un 11enne che assiste ad un’esperienza umana straordinaria: rivoluzionaria per certi versi, sconvolgente per altri versi. E che la osserva, cerca di capirla, di confrontarsi con essa. E cerca anche di fare i conti con una famiglia particolarmente aperta, proiettata verso l’aiuto agli altri ma che nello stesso tempo sottrae a se stessa la figura paterna. Figura che mi è mancata per anni perché la dovevo condividere con centinaia di ragazzi che arrivavano dalle strade, dai manicomi, dalle piazze di tutta Italia:  violenti, difficilissimi e mi erano stati dati come fratelli dai miei genitori. Una realtà difficile con cui confrontarsi”.

“Mi sono sentito di scrivere un racconto, una storia. La testimonianza di un ragazzino che cresce con un padre ingombrante e con un’esperienza di fratelli, di amici con cui cresce insieme. E assiste a tutta una serie di vicende, sino alla morte di suo padre; nel frattempo il ragazzino è cresciuto è diventato uomo, ha 30 anni ed ha anche la forza e l’onestà di esprimere tutti i dubbi”.

Perché nasce San Patrignano

“Mio padre e mia madre hanno fondato e sviluppato insieme questa straordinaria opera sociale. Si sentivano chiamati dall’alto ad una missione della loro vita, ad amare persone che non aveva diritto a stare al mondo in quel momento. Il loro spirito religioso era molto forte, profondo, e il loro essere cristiani è stato l’indirizzo che hanno seguito. Io e mio fratello abbiamo deciso di spendere la nostra vita in quell’opera. Ad un certo punto io mi sono innamorato di quell’esperienza, ho scelto di dare un contributo perché ci credevo, pensavo ne valesse la pena spendere la propria vita per aiutare, per costruire rapporti profondi di solidarietà”.

San Patrignano oggi

“Oggi non sta a me dire cos’è San Patrignano. E’ un’altra costruzione, risponde ad altri obiettivi, ha altre caratteristiche. Non facendone parte io mi sforzo di non giudicare, di sicuro non ha lo spirito di quando c’erano mio padre e mia madre, di solidarietà disinteressata. Nessuno mai ha pagato una lira: è stata una cosa fatta per il Paese ed era di tutti gli Italiani. Questo aspetto non c’è più”.