È morta a 93 anni Lina Wertmuller. La regista si è spenta quest’oggi e a darne notizia è stato un amico di famiglia sui social. La Wertmuller è stata protagonista del nostro cinema con film passati alla storia come “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”.

Nel 1977 la Wertmuller ha ricevuto tre diverse candidature all’oscar (miglior film straniero, miglior regista, migliore sceneggiatura e migliore sceneggiatura originale) per “Pasqualino Settebellezze”. La regista ha dovuto attendere il 2020 per ricevere la statuetta alla carriera.

“Sono molto felice e grata per la decisione di assegnarmi questo premio — aveva commentato la regista come riporta il Corriere della Sera — non me l’aspettavo affatto, sono sorpresa. Per questo è tanto più gradito, mi fa tanto più piacere. Certo gli americani, grazie a Dio, mi hanno sempre voluto bene”.

Alla consegna dell’Oscar onorario la Wertmuller fece ridere l’intera platea  suggerendo che il Signor Oscar di ribattezzare l’Oscar al femminile.

Artista poliedrica che nella sua vita si è dedicata tantissimo anche al teatro, Lina Wertmuller è riuscita a descrivere l’Italia nel corso degli anni con un occhio critico in grado, però, anche di divertire con sarcasmo ed ironia.

In teatro la Wertmuller ha messo in scena testi importanti: Storia d’amore e d’anarchia, Due più due non fa più quattro, L’esibizionista, Gianni, Ginetta e gli altri, La cucina e Amore e magia nella cucina di mamma,  Lasciami andare madre e Molto rumore (senza) rispetto per a.

Il 27 dicembre 2018, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata insignita con il riconoscimento di “Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italia”. Molto attiva anche in campo letterario. La sua ultime pubblicazione risale al 2012 con “Tutto a posto e niente in ordine” edito da Mondadori.

Massimo Wertmuller, nipote della regista, ha deciso di ricordarla così su facebook: “La voglio ricordare così. Che sorride partecipe a una mia, nostra, gioia. L’Italia sta perdendo ultimamente riferimenti fondamentali. Portatori di qualità, del meglio, di intelligenza, di arte e di cultura. E sappiamo quanto oggi servirebbero la cultura, come ancora unico mezzo per crescere, per evolversi, per emanciparsi, e gli intellettuali , come appunto veicolatori di pensiero e cultura. Quanto servirebbero in questo sciagurato paese , il paese delle Belle Arti e del Rinascimento, con così tanti italiani invece distratti, anzi attratti da un centro commerciale , o da una vicenda del Grande Fratello, o dalle parole di un influencer che non da un capolavoro cinematografico. E difatti quando se ne va un Pasolini, uno Scola, un Monicelli, un Magni, un Proietti, un Falqui, o una Lina, ti dispiace e ti preoccupi di tutto il mondo che se ne va con loro. Tutto il loro mondo che avevano creato, a migliorare la vita di tutti, e che dal giorno dopo si deve cercare di conservare e preservare. Però, però, io oggi non piango la maestra, la genia, che se ne è andata. Soffro, soffrirò con tutti il vuoto incolmabile che lei lascia, ma io piango un fatto mio personale e intimo. Io piango l’ultima rappresentante consanguinea della vita che ho avuto sin qui, l’ultima superstite del mio passato, anche remoto. Io piango i ricordi familiari che mi hanno legato a lei da bambino. Io piango la sorella di mio padre. A lei non piaceva che la chiamassi così, ma io, prima di tutto, piango mia zia”.

Anche il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha salutato la regista sui social: “Con Lina Wertmüller se ne va una leggenda del cinema italiano, una grande regista che ha realizzato film densi di ironia e intelligenza, la prima donna candidata all’Oscar per la miglior regia. Roma le darà l’ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio”.