Nascite in Italia, nuovo record minimo a quota 405 mila. Lo rileva l’ISTAT nel censimento Popolazione residente e dinamica demografica Anno 2020. Ad oggi sono gli stranieri a dare un contributo alla natalità mentre il bilancio degli italiani è assolutamente negativo. Secondo i dati ISTAT il deficit di nascite rispetto ai decessi “è tutto dovuto alla popolazione di cittadinanza italiana (-386 mila), mentre per la popolazione straniera il saldo naturale resta ampiamente positivo (+50.584)”.
Dei dati preoccupanti, certificati ancora dall’ISTAT che sottolinea che “senza il contributo fornito dagli stranieri, che attenua il declino naturale della popolazione residente in Italia, si raggiungerebbero deficit di sostituzione ancora più drammatici”.
Il nuovo record minimo delle nascite (405 mila) e l’elevato numero di decessi (740 mila) “aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese”, segnala l’Istat. Il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (saldo naturale) nel 2020 raggiunge -335 mila unità, “valore inferiore, dall’Unità d’Italia, solo a quello record del 1918 (-648 mila), quando l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare quasi la metà degli 1,3 milioni di decessi registrati in quell’anno”.
Nascite in Italia, la pandemia ha accentuato il crollo
Se nel 2019 il calo di popolazione era stato piuttosto contenuto sia nel Nord-ovest che nel Nord-est (rispettivamente -0,06% e -0,01%), nel corso del 2020 il Nord-ovest registra una perdita dello 0,6% e il Nord-est dello 0,3%. La diminuzione di popolazione nel Centro si accentua solo lievemente (da -0,3% del 2019 a -0,4% del 2020), mentre è decisamente più marcata al Sud e nelle Isole (rispettivamente -1,2% e -1,0%), anche per effetto della correzione censuaria al ribasso già descritta. Il diverso impatto che l‘epidemia da Covid-19 ha avuto sulla mortalità nei territori – maggiore al Nord rispetto al Mezzogiorno – e la contrazione dei trasferimenti di residenza spiegano la geografia delle variazioni dovute alla dinamica demografica.
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