Rapporto Unicef bambini. Sono passati 2 anni dall’inizio della pandemia ma l’impatto psicologico, fisico, economico e strutturale del Covid 19 continua ad aggravarsi, aumentando povertà e radicando la disuguaglianza. Molti i paesi si stanno riprendendo e stanno provando a costruire una “nuova normalità”. Altri aleggiano, invece, sull’orlo di continue e permanenti crisi su molti fronti.
Rapporto dell’Unicef, l’impatto del Covid19 sui bambini?
Secondo l’ultimo rapporto dell’UNICEF, la pandemia ha rappresentato, e rappresenta tutt’ora, la più grande crisi globale che ha colpito anche i bambini sotto l’aspetto di diritti, povertà e inclusione. In sostanza si sono sovvertiti i progressi duramente conquistati negli ultimi 75 anni. In meno di due anni, 100 milioni di bambini in più sono caduti in povertà, un aumento del 10% dal 2019. Nel migliore dei casi, basato sulle tendenze passate, il rapporto stima ci vorranno dai sette agli otto anni per riprendersi e tornare ai livelli di povertà infantile pre-Covid.
Continua il divario tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri
La profonda disparità nella ripresa dalla pandemia, sta ampliando il divario tra paesi più ricchi e più poveri. Mentre i paesi più ricchi si stanno riprendendo, i paesi più poveri sono gravati dal debito e i guadagni in termini di sviluppo sono in ritardo. Le note dolenti non finiscono: il tasso di povertà continua ad aumentare nei paesi a basso reddito e nei paesi meno sviluppati. “Mentre il numero di bambini che hanno fame, non vanno a scuola, subiscono abusi, vivono in povertà o sono costretti a sposarsi sta aumentando, il numero di bambini che hanno accesso alle cure sanitarie, ai vaccini, a cibo sufficiente e ai servizi essenziali sta diminuendo. In un anno in cui dovremmo guardare avanti, stiamo andando indietro”, ha affermato il Direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore.
In alcune aree del mondo il pericolo per i bambini non è solo la pandemia
Oltre alla pandemia, il rapporto mette in guardia da altre minacce per i bambini che mettono a repentaglio i loro diritti. A livello globale, 426 milioni di bambini – quasi 1 su 5 – vivono in zone in cui il conflitto sta diventando sempre più intenso e sta colpendo pesantemente i civili, colpendo in modo sproporzionato i bambini. Le donne e le ragazze sono le più esposte al rischio di violenza sessuale legata ai conflitti. L’80% di tutti i bisogni umanitari sono determinati dai conflitti. Allo stesso modo, circa 1 miliardo di bambini – quasi la metà dei bambini del mondo – vive in paesi che sono a “rischio estremamente alto” per gli impatti del cambiamento climatico
La situazione prima del Covid
Anche prima della pandemia, circa un miliardo di bambini in tutto il mondo ha subito almeno una grave privazione: in tema di istruzione, servizi igienico-sanitari, salute, alloggio e alimentazione. Secondo i dati di settembre 2021, gli scolari di tutto il mondo hanno perso circa 1.8 trilioni di ore di apprendimento a causa della chiusura delle scuole dovuta al Covid Non si può quindi non pensare che questa privazione non avrà profonde e diseguali condizioni sociali e, con il tempo, anche forti ripercussioni in ambito economico. Chiusura delle scuole, insieme alla perdita di posti di lavoro della famiglia e il conseguente aumento dello stress e dell’ansia hanno influenzato la salute mentale dei bambini e dei giovani.
Per leggere articoli simili clicca qui.