Joe Biden attacca la Cina sulle Olimpiadi. Questa volta non viene ostacolata la partecipazione di atleti e tecnici: non vogliono partire i rappresentanti della cosa pubblica. Questa volta sembrerebbe una presa di posizione seria, decisa, tosta. La delegazione statunitense non intende mandare nessuno in terra cinese per il discorso che il mondo intero aveva sollevato in occasione dell’ultimo Gran Premio di Formula 1. La questione dei diritti umani.

Le motivazioni sarebbero differenti. Si va dalle questioni della tutela di chi non la pensa come Pechino in Tibet, a Honk Kong e nello Xinjiang. Ce n’è abbastanza, per cominciare a suonare il campanello, nelle sedi internazionali. E anzi, arriva pure con ritardo, a detta di molti. Chi potrebbe seguire Biden potrebbero essere il Regno Unito e l’Australia, vicine, nelle rispettive posizioni. Se anche nazioni di quella tradizione sportiva partecipano, allora si potrebbe spiegare una parte della reazione cinese, discretamente stizzita.

Joe Biden e la Cina sul tema Olimpiadi

Una cosa che fa saltare la mosca al naso, sia per il caso della tennista cinese Peng Shuai che non si trovava. E che, filmati informatici a parte, non si trova più. E sono bastati degli hashtag, per suscitare il risentimento di alcuni grandi esponenti del mondo dello Sport. Sia per il fatto che in Cina siano spesso messi “sotto schiaffo” quelli che vorrebbero diffondere, fare informazione, semplicemente. Che vorrebbero far sapere cose delicate e difficili, per chi governa, al mondo intero.

Gli Stati Uniti d’America vogliono attuare il “boicottaggio diplomatico” delle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022. La Cina risponde che adotterà contromisure risolute. Come ha specificato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian. Tutto questo dopo la diffusione della notizia del pensiero dell’amministrazione Biden fatta dalla CNN.

L’esponente della Cina ha dichiarato che “la manipolazione politica dell’evento è una grave contaminazione dello spirito olimpico. Una pura provocazione politica e una grave offesa per 1,4 miliardi di cinesi”. Zhan dice: “Devono prendere sul serio le preoccupazioni della Cina. Astenersi dal politicizzare lo Sport e smettere di promuovere il cosiddetto boicottaggio olimpico”. Zhao ha concluso: “Se gli Usa continueranno ad andare per la loro strada la Cina adotterà sicuramente contromisure risolute”.

Saranno dure settimane, per gli uffici comunicazione e i relativi operatori diplomatici delle due superpotenze. Sembra di essere tornati al 1980 e al 1984. Ma lì non partirono gli atleti. Qui di parla di delegazioni politiche. Le quali hanno pur sempre, in presenza o nella scelta di una “rumorosa” assenza, il loro spessore, il loro peso specifico. Lo chiamano boicottaggio diplomatico. Ma di tale, ha ben poco.