Albero di Natale, resta una tradizione fortemente radicata tra gli italiani. Nove famiglie su dieci lo accendono proprio l’8 dicembre. Lo afferma una indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione dell’Immacolata Concezione, giorno in cui, da tradizione, nelle case si addobba l’albero per le feste natalizie. Se siamo quasi tutti d’accordo sul quando fare l’albero, ci dividiamo su come debba essere: vero-finto, piccolo-grande,  addobbo tradizionale-innovativo.

Albero di Natale, perché non comprarlo finto

L’albero naturale trova spazio quest’anno nelle case di quasi 3 milioni di famiglie anche se – sottolinea Coldiretti – la maggioranza, il 63% degli italiani, ricicla l’albero di plastica recuperato dalla cantina mentre una minoranza lo compra nuovo di plastica. Un albero artificiale di  1,90 metri – spiega la Coldiretti – ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quello di un albero vero che è vivo, respira e contribuisce ad abbattere gli inquinanti anche dell’aria domestica. A determinare la maggior parte dell’impronta di carbonio dell’albero di plastica è – sottolinea la Coldiretti – la sua fabbricazione, a partire dal petrolio alla quale si aggiungono le emissioni industriali derivanti dalla produzione dell’albero e la spedizione per lunghe distanze prima di arrivare al negozio. Buona parte degli alberi finti viene prodotta in Cina, a novemila chilometri di distanza dall’Italia. Senza dimenticare che impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.

L’albero di Natale, perché comprarlo vero

L’albero naturale italiano  concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente poiché – informa la Coldiretti – è coltivato soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi. Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio – rileva la Coldiretti – derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”,

I costi dell’albero di Natale vero

In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) ed in Veneto. La spesa media degli italiani per l’albero vero è di 44 euro ma i prezzi variano a seconda dell’altezza e delle varietà con gli abeti più piccoli che – precisa la Coldiretti – non superano il metro e mezzo venduti tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per varietà particolari.

Alberi di Natale, gli italiani scelgono l’addobbo naturale

Con la svolta green degli italiani, spinta dalla pandemia, sono in aumento quanti ricorrono all’addobbo al naturale con il quale non si corrono rischi per la sicurezza, si riscoprono le tradizioni del passato, si rispetta l’ambiente. E’ possibile distinguersi in originalità, fantasia e creatività –  suggerisce la Coldiretti –  ricorrendo a mele di diverso colore rosse, gialle e verdi che danno ugualmente “luce” senza aver bisogno di elettricità. A kiwi ed agrumi come arance, limoni, mandarini e clementine, che non ammuffiscono se, per appenderli, si fa passare un filo al centro del frutto, dove non c’è polpa. E ancora collane di pasta, frutta secca, biscotti fatti in casa, ma anche prodotti dell’orto come peperoncini, pomodorini e fili di zucca, oppure sculture di pane e marzapane. Invece di usare le solite sfere artificiali, lampadine e fili di plastica come decorazioni si possono utilizzare pigne da colorare a piacimento e frutta secca come castagne noci e nocciole. Per finire, invece dei soliti fili argentati o dorati si possono utilizzare ghirlande di fiori fatte con stelle di Natale, gerbere, corniolo, ranuncolo e pungitopo.