Il mondo sta per entrare nel terzo anno di pandemia, dal primo focolaio riconosciuto a Wuhan, e Sars-CoV-2 continua a viaggiare. In tanti temono una recrudescenza della pandemia nonostante la disponibilità di vaccini. E con l’arrivo della nuova variante Omicron, torna a far discutere il tema della scarsità di vaccini nei Paesi poveri.
Mentre nelle nazioni ricche si prosegue spediti con la dose booster e si discute già di un quarto e quinto richiamo, in Africa solo 15 paesi su 54 hanno raggiunto la percentuale del 10% di popolazione vaccinata. Ma la metà degli Stati del continente ha vaccinato meno del 2% della popolazione. Questo perché Covax, il programma nato per la distribuzione equa dei vaccini, non riesce a reperire dosi al ritmo necessario.
Il programma Covax
Fino dall’avvio delle prime campagne vaccinali in Occidente si era iniziato a discutere della necessità di vaccinare velocemente anche i paesi più poveri con donazioni di dosi e sovvenzioni. Il programma internazionale COVAX avrebbe dovuto semplificare l’acquisto dei vaccini da parte dei paesi più ricchi intenzionati a redistribuirli in quelli più poveri.
COVAX avrebbe dovuto distribuire 2 miliardi di dosi entro la fine del 2021. A fine estate però l’obiettivo è stato rivisto a 1,4 miliardi di dosi per quest’anno. Secondo le ultime stime, i vaccini effettivamente consegnati sono stati meno di 580 milioni e ci sono dubbi sul mantenimento degli obiettivi entro fine anno.
L’allarme di Oxfam e Emergency
Inoltre “il rifiuto delle aziende farmaceutiche di condividere scienza e tecnologia e la mancanza di azione da parte dei Paesi ricchi hanno generato le condizioni ideali per la diffusione di nuove varianti come Omicron”. È quanto denunciano Oxfam ed Emergency, membri della People’s Vaccine Alliance (PVA).
Di fronte a questo scenario Oxfam ed Emergency lanciano un appello urgente alle aziende farmaceutiche e ai paesi ricchi affinché cambino rotta. Prima che sia troppo tardi. Nel dettaglio viene richiesta: l’approvazione immediata della sospensione alle norme sulla proprietà intellettuale per porre fine al controllo monopolistico delle aziende farmaceutiche su vaccini, test e trattamenti COVID-19.
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