E’ in aumento l’incidenza delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) in modo particolare nel mondo occidentale e industrializzato. Negli ultimi 15 anni questa tendenza è stata evidente soprattutto in Nord Europa e negli Stati Uniti, ma recentemente il gap con l’Europa del sud, Italia inclusa, si è ridotto sensibilmente. Ne ha parlato il Dott. Ambrogio Orlando, Responsabile UOSD MICI AO Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo, intervenendo nel corso del programma Genetica Oggi, curato e condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus.

Aumento della colite ulcerosa e della malattia di Crohn

“Sono in corso molteplici studi, anche nel nostro Paese, per capire quali siano i fattori di rischio di queste malattie, oltre a una predisposizione genetica dell’individuo – ha sottolineato Ambrogio Orlando, Comitato Educazionale IG-IBD e Responsabile UOSD MICI AO Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo – Inizialmente, si è ipotizzato che questo incremento di casi fosse legato a un affinamento delle tecniche diagnostiche e a una maggiore attenzione dei clinici verso queste patologie. Tuttavia, successivamente questa ipotesi è stata smentita, accertando un reale incremento nel dato di incidenza. Le ragioni precise non sono note: si fanno solo delle ipotesi, come quello dell’abuso e di misuso degli antibiotici che in soggetti predisposti potrebbe aver determinato alterazioni del microbiota intestinale facendo prevalere alcuni batteri che avrebbero determinato un cambiamento del pattern antigenico della mucosa intestinale su cui poi l’organismo ha poi instaurato degli anticorpi che hanno costituito il primo momento del meccanismo patogenetico alla base delle lesioni che originano queste malattie”.

MICI e Covid 19

Fortunatamente i pazienti affetti da MICI non hanno maggiori rischi di contrarre il Covid 19 in forme più severe rispetto agli altri. Questo è stato evidenziato da diversi studi epidemiologici. L’elemento fondamentale, anche secondo il Dott. Orlando, è quello di non sospendere mai le terapie prescritte. La mancata aderenza terapeutica rappresenta infatti un fattore di rischio nei confronti della colite ulcerosa e della malattia di Crohn.

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