Violenza sessuale sul treno Milano-Varese, le due vittime hanno raccontato agli inquirenti di aver provato ad attirare l’attenzione dei passanti ma che nessuno ha fatto caso a ciò che stava succedendo loro.

Violenza sessuale sul treno dei pendolari tra Milano e Varese

Agghiacciante il racconto della 21enne che venerdì scorso è stata violentata sul treno regionale Milano – Varese, sul quale si trovava al rientro dalla giornata di lavoro: “Ho provato ad avvicinarmi alla porta, ma quello mi stava sempre vicino. Credevo che avrei potuto attirare l’attenzione dei passanti e ricordavo che alla fermata precedente avevo visto il controllore”, ha riferito la prima vittima alla polizia ferroviaria secondo quanto riportato dal Corriere della Sera.

Aggredita alle spalle sul convoglio vuoto

Sorpresa alle spalle mentre si trovava da sola sul convoglio, la giovane ha raccontato di aver provato a lottare contro i suoi aguzzini: “Ho colpito quell’uomo, quello che mi aveva immobilizzata, l’ho colpito ma continuava a cercare di bloccarmi; a quel punto mi ha dato un pugno all’occhio, mi ha dato un morso, mi scaraventava contro il sedile, mi tirava i capelli, mi ha dato altri pugni…». Violentata a turno da entrambi con una mano premuta sulla bocca per evitare che urlasse e le gambe schiacciate da una bicicletta per imprigionarla. Il racconto agghiacciante della violenza è confermato dal referto medico dell’ospedale di Varese con il lungo elenco di ferite riportate dalla ragazza.

I due aggressori scesi dal treno e in cerca di un’altra vittima

I due stupratori sono un italiano di 21 anni, Anthony Fusi Mantegazza e Hamza Elayar, cittadino marocchino di 27 anni, irregolare in Italia. Dopo aver violentato la prima giovane sono fuggiti dal treno sfruttando la sosta nello scalo di Venegono Inferiore, dove sono stati ripresi dalle telecamere. Più fortunata la loro seconda vittima, che si trovava nella sala d’attesa della stazione, e che è riuscita a fuggire allo stupro.

Violenza sulla linea Milano – Varese, il racconto della seconda vittima

La 20enne ha raccontato, sempre secondo quanto riportato dal Corriere delle Sera, di essersi aggrappata alla porta della sala d’attesa nel tentativo di fuggire: “Ho cercato di aprirla, urlando. Sono riuscita ad aprire sufficientemente il battente della porta quando abbiamo notato un uomo che stava arrivando verso la stazione. Il ragazzo, visto l’uomo, si è staccato e ho pensato di allontanarmi. A quell’uomo non è importato nulla di quello che accadeva, anche se urlavo”. I due predatori sessuali sono stati riconosciuti dai carabinieri, chiamati nel corso di un intervento per schiamazzi all’interno di un appartamento.