Vittorio Sgarbi, al Teatro Olimpico, fino al 12 dicembre con Dante Giotto e l’amore celebra i due più importanti fondatori della cultura italiana. Dopo Caravaggio, Michelangelo, Leonardo e Raffaello, il famoso critico d’arte ha scelto di raccontare il Sommo Poeta e il pittore della perfezione. La performance dimostra quanto i due siano stati incisivi sulla cultura moderna. Cosa li accomuna? Quali sono le caratteristiche principali dei due personaggi?

Vittorio Sgarbi introduce così Dante e Giotto


“Dante e Giotto sono moderni perché hanno cominciato a parlare della vita vera dell’uomo: dei sentimenti, delle emozioni. La lingua del primo determina la creazione di persone viventi, dipinte dalla poesia italiana. Dante ci parla di quello che provano.” Queste le parole introduttive, dello storico dell’arte, sul Divino Poeta. Dante si muove nella stessa direzione del Manzoni e Verga: dipingono persone che sono figure reali, e lo fanno con le parole. “Giotto fa sentire emozioni che sembra un poeta dei sentimenti. Il pittore dipinge personalità potentissime e attualizza sensazioni contemporanee.” Viene introdotto così il viaggio nella bellezza letteraria e pittorica di un Paese che sembra aver dimenticato tutto, finanche l’amore che è il filo rosso che lega i due.

Il raccontastorie del Belpaese

Vittorio Sgarbi appare in scena molto umano, docile, diversamente da come lo vediamo in televisione, quasi sempre adirato, sopraffatto dalla rabbia. Nella cornice del Teatro Olimpico, nei panni del raccontastorie della cultura, della bellezza e delle vere ricchezze umane, Sgarbi ammalia. Non tralascia le preoccupazioni sull’ambiente che oggi attanagliano i più, con qualche riferimento a Greta che reclama maggiore attenzione verso il pianeta, la natura, la bellezza dei paesaggi. Subito dopo Sgarbi riprenderà il suo racconto a difesa dell’arte, bellezza senza fine.

Italianità e cristianità

E’ evidente l’orgoglio di una italianità che ci ha resi testimoni di una eredità culturale importante, di cui siamo spesso ignari. La letteratura e la pittura sono le luci più luminose di un viaggio che tocca anche la religione, la Povertà, altro concetto attuale nella Chiesa di Francesco. “La religione cristiana ha rappresentato Dio con una bellezza senza fine”, aggiunge dopo, riferendosi più volte accostando l’attenzione all’arte come una fede religiosa.

Paolo e Francesca di Dante, Anna e Gioacchino di Giotto: opere d’amore

Non mancano durante la performance, riletture di alcune delle opere di Dante, come la celebre storia di amore e adulterio di Paolo e Francesca, a tutela di tutte le forme d’amore, anche le più difficili e dannate; e l’analisi di Anna e Gioacchino di Giotto. Nell’opera pittorica “i due rappresentano l’amore, la dolcezza dell’incontro. Con Giotto s’inaugura la nuova pittura moderna, con lui inizia il racconto dell’umanità per quella che è.”