Il tema migranti, così come la questione Libia, anima da tempo la politica nostrana e comunitaria. Son discorsi che il premier Mario Draghi ha sottolineato spesso e che ha ribadito nel corso della conferenza “Rome Med-Mediterranean Dialogues”. “L’Italia sostiene con convinzione la nuova Agenda per il Mediterraneo dell’Unione Europea. I considerevoli impegni finanziari nella regione devono stimolare una ripresa equa e sostenibile”, afferma Mario Draghi. “Serve un maggior coinvolgimento di tutti i paesi Ue anche nel Mediterraneo. L’Italia continua a proporre un avanzamento europeo verso una gestione collettiva basata sull’equilibrio effettivo tra responsabilità e solidarietà. Vogliamo agire congiuntamente per prevenire i flussi illegali, proteggere i più deboli anche attraverso la promozione di corridoi umanitari”, sottolinea il premier.

Tema migranti e questione Libia: l’analisi di Draghi

Il presidente del Consiglio ha dunque rivolto un messaggio alle istituzioni comunitarie, invitandole a maggior collaborazione per la gestione dell’emergenza migranti. Tra oneri di primo ingresso e gestione del fattore umano il premier sottolinea l’impossibilità di farcela da soli: Da inizio anno siamo a 63 mila arrivi, 6 volte tanti rispetto al 2019. Le transizioni in corso – prime fra tutte quella digitale e quella ambientale – creano lo spazio per un percorso di stabilità e prosperità. Alla base di questi obiettivi deve esserci una visione condivisa per il Mediterraneo. Non come confine meridionale dell’Europa, ma come centro culturale ed economico”.

Mario Draghi non ha parlato solo di migranti, ma anche del tema Libia il premier: “L’Italia sostiene con convinzione il processo di transizione politica e pacificazione della Libia”. In chiusura ha sottolineato che “siamo ormai vicini alle elezioni del 24 dicembre. Si tratta di un appuntamento cruciale per i cittadini libici e per il futuro della democrazia nel Paese. Voglio rinnovare il mio appello a tutti gli attori politici perché le elezioni siano libere, eque, credibili e inclusive. Soltanto così le istituzioni libiche risulteranno solide e legittimate democraticamente. Ciò faciliterà il completamento del processo di ritiro dei mercenari e dei combattenti stranieri”.