Omicidio Giulio Regeni: sono terminati i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016. È stato un omicidio organizzato e commesso coscientemente, dopo giorni di interrogatori e torture, dagli apparati della Sicurezza egiziana. Questa la conclusione a cui è giunta la Commissione, come ha spiegato il vicepresidente Paolo Trancassini (FDI) ospite del programma “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Omicidio Giulio Regeni, le conclusioni della Commissione

“Più si va avanti nella descrizione di questa vicenda più l’indignazione sale –ha affermato Trancassini-. E’ acclarato che la responsabilità dell’omicidio di Giulio Regeni sia in capo ai servizi segreti egiziani. La Procura di Roma però non può procedere perché l’Egitto non ci fornisce l’indirizzo di questi signori per notificargli gli atti. Non abbiamo la forza e la capacità di farci dare un indirizzo, nonostante noi abbiamo continui rapporti economici e commerciali con l’Egitto. Una settimana fa abbiamo deciso di licenziare un documento all’unanimità in commissione, dicendo che la responsabilità dell’omicidio è dei servizi egiziani, lo stesso giorno alla Camera veniva stabilito che la cooperazione a livello internazionale con i Paesi più vicini vede come primo Paese della lista l’Egitto. C’è bisogno di uscire da ogni ipocrisia”.

Rapporti con l’Egitto

“Quando in audizione è venuto il premier Conte ci ha raccontato che lui in una decina di occasioni ha chiesto conto ad Al Sisi una decina di volte di questo omicidio, ma non ha mai detto cosa ha risposto Al Sisi. Abbiamo la forza come nazione di farci rispettare almeno per farci dare questi indirizzi? Se domani dovesse ricapitare noi avremo lo stesso trattamento? E soprattutto, sarebbe accaduto lo stesso ad un’altra nazione come la Francia?