Taglio tasse 2022: ieri il premier Mario Draghi ha incontrato i segretari di Cgil, Cisl e Uil per spiegare la distribuzione delle risorse per tagliare l’Irpef contenuta nella Manovra. “Ai redditi sotto i 15 mila euro vanno 1,1 miliardi, a chi sta sopra i 75 mila euro 248 milioni” ha chiarito il Presidente del Consiglio. In termini assoluti, vantaggi da 61 euro all’anno per la prima fascia (sotto i 15 mila euro) ai 692 euro della quarta fascia (da 50 a 55 mila euro di reddito). Novità anche per il bonus di 80 euro che è stato introdotto da Matteo Renzi ed è poi arrivato a 100 euro durante il Conte 2, fino ad essere esteso a tutti i redditi inferiori ai 40mila euro. Il credito Irpef dovrebbe essere cancellato solo “formalmente” per essere erogato sotto forma di detrazione, ma ancora non sono noti i dettagli.
Taglio tasse 2022, il parere del tributarista Lupi
Il prof. Raffaello Lupi, docente di diritto tributario all’Università Tor Vergata, è intervenuto sul tema del taglio delle tasse ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. “Uno che guadagna mille euro ha già le aliquote bassissime, il problema sono quelli che a 1800 euro al mese iniziano ad essere considerati ricchi, gli tolgono il 40% quasi del reddito aggiuntivo, ovvero sugli straordinari –ha affermato Lupi-. Capisco che magari i professori universitari non lavorino tantissimo, però uno che fa il capo ufficio fornitori alla Barilla e guadagna 70mila euro all’anno non è ricco. Noi abbiamo la flat tax imbastardita: da 27mila euro a salire pagano tutti un’aliquota al 40%, abbiamo dunque l’aliquota alta che inizia troppo presto”.
Lavoro e rendite
“Non si è capita la differenza tra i redditi guadagnati e quelli non guadagnati -ha aggiunto Lupi-. Non a tutte le dichiarazioni dei redditi corrispondono al lavoro. Noi abbiamo i lavoratori attivi, ma anche persone che non fanno nulla e hanno dei redditi di patrimonio e questi è giusto che paghino. Bisogna abbassare le tasse a chi lavora. Tutti i piccoli redditi di lavoro dipendente già hanno la detrazione del bonus Renzi, che probabilmente andava aumentata ai redditi di lavoro autonomo. Io avrei lasciato le aliquote com’erano e avrei allargato la detrazione per i redditi da lavoro a tutti i lavoro, l’avrei aumentata un po’ e al resto pace”.