Il mondiale di Qatar 2022 è ancora sotto l’occhio del ciclone.
Qatar 2022 e sportwashing
Poche settimane fa vi abbiamo raccontato di come il mondiale di Qatar 2022 per molti sia l’occasione perfetta per elevare alla massima potenza il fenomeno dello sportwashing. Questo termine viene utilizzato per definire la correlazione che c’è tra sport e politica. Alcuni paesi del mondo, soprattutto i più ricchi, usano lo sport per mostrare un immagine diversa di se.
La vicenda di John Cavallo
Joshua Cavallo, ventiduenne centrocampista dell’Adelaide United, squadra militante in A-League, ha da pochi giorni dichiarato la sua omosessualità ed i suoi dubbi riguardo il mondiale di Qatar 2022. Il coming out del calciatore è arrivato attraverso un video pubblicato sul profilo Instagram della società Australiana. Cavallo, è il primo esempio di un giocatore professionista in attività a fare coming out. Cavallo, ha ricevuto immediatamente il supporto da fan, compagni di squadra e lega. “Tutto quello che voglio fare è giocare a calcio ed essere trattato allo stesso modo”. Ha dichiarato Cavallo Cercare di esibirsi al meglio delle proprie capacità e di vivere questa doppia vita, è estenuante, è qualcosa che non voglio che nessuno sperimenti. Ricordo – spiega Cavallo – di aver letto di Justin Fashanu che è diventato il primo calciatore professionista maschio a fare coming out, negli anni ’90, e poi otto anni dopo che si è tolto la vita, questo mi preoccupava».
Le preoccupazioni di Cavallo sul mondiale
Josua Cavallo ha espresso le proprie perplessità sul mondiale di Qatar 2022. Il calciatore avrebbe paura di giocare se convocato dalla nazionale Australiana la prossima coppa del mondo. Questo a causa dei divieti e delle sanzioni sull’omosessualità che vanno dalla fustigazione alle pene detentive ed addirittura all’esecuzione. In un intervista con il The Guardian, ha dichiarato: “Ho letto qualcosa sulla pena di morte per i gay in Qatar, quindi ho molta paura, non vorrei davvero andare in Qatar”, ha detto. “E questo mi rattrista. Alla fine partecipare alla Coppa del Mondo è uno dei più grandi successi per un calciatore professionista, significa giocare per il proprio paese. Sapere che però si gioca in un paese che non tutela i gay mette a rischio la nostra stessa vita. Questo mi spaventa e mi fa riflettere: la mia vita è più importante che fare qualcosa di veramente buono nella mia carriera?”.
La risposta del comitato organizzativo
Non si è fatta attendere la risposta da parte di Nasser Al Khater, direttore esecutivo del comitato d’organizzazione di Qatar 2022. “Josh Cavallo sarebbe il benvenuto in Qatar, nessuno è insicuro da noi – dichiara Al Khater – ma vanno evitate pubbliche manifestazioni d’affetto, che sono disapprovate. E’ l’unica indicazione da rispettare, per il resto tutti possono vivere la propria vita”.
Al Khater sulla situazione dei diritti
Intervistato dalla Cnn e dall’Indipendent, il direttore esecutivo di Qatar 2022 ha spiegato che: “gli omosessuali possono venire in Qatar come qualsiasi altro tifoso, e possono comportarsi come qualsiasi altra persona. Quel che dico, semplicemente, e’ che dal punto di vista della percezione dell’affettività in pubblico, la nostra è una società conservatrice”. “Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati”.