Nuove regole covid scuola. Una circolare del 29 novembre parlava di un ritorno alla didattica a distanza anche con un solo alunno contagiato. In serata però è arrivata la nuova nota del governo: alla luce della situazione epidemiologica attuale e dopo i necessari approfondimenti, continuano a valere le precedenti regole sulla quarantena in classe. “Un pasticcio” secondo la deputata del M5S Lucia Azzolina, ex ministro dell’Istruzione, intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Nuove regole covid scuola
“Se fossi ancora ministro suppongo che la rassegna stampa di stamani sarebbe stata ben diversa, con degli attacchi molto feroci –ha affermato Azzolina-. Rispetto al protocollo stipulato alcune settimane fa, avevo detto subito che era già vecchio perché stavamo andando verso la stagione invernale. Alcune regole di prudenza che noi avevamo previsto, come il metro di distanza obbligatorio, l’uso delle mascherine e il personale scolastico in più, sono state eliminate. Tutte queste cose, unite al pasticcio di ieri sul protocollo fanno sì che a scuola ci siano problemi e i dirigenti scolastici siano disorientati così come le famiglie”.
L’operato del ministro Bianchi
“Non sarebbe corretto se giudicassi il mio successore -ha dichiarato Azzolina-. Oggi il ministro va valutato per ciò che fa e non fa per la scuola e lo devono valutare gli studenti e il personale scolastico. Quello che è stato detto a settembre, che non ci sarebbe stata più la dad non è una frase prudenziale perché con la pandemia ancora in corso non si può dire. Una comunicazione più prudente avrebbe aiutato”.
I dati del contagio
“Noi -ha sottolineato Azzolina- l’anno scorso avevamo posto in essere un monitoraggio, per fare in modo che i dirigenti scolastici ci dicessero quanti contagi c’erano in ogni scuola, perché dalle Asl non ci arrivavano comunicazione. Noi raccoglievamo i dati e davamo libero accesso a questi dati, ora il governo sta negando questi dati ai giornalisti. Quali sono i dati reali in questo momento non si sa. Se a settembre si dice che abbiamo tutti gli insegnanti in classe per la prima volta nella storia della Repubblica, anche questa è una comunicazione poco prudenziale, perché non è realmente così”.