Roma, 29 novembre 2021: è uno dei lunedì letterario di FareFuturo la sede più opportuna per la Presentazione del libro “Italia in scena” di Federico Mollicone Nella cornice della Sala Nassirya del Senato della Repubblica, ad accompagnare l’autore sono Adolfo Urso (presidente Copasir), Giuseppe Moles (sottosegretario all’editoria), Andrea Riffeser Monti (presidente Federazione Italiana Editori Giornali) e Francesco Dini (vicepresidente Confindustria RadioTv).

“Italia in scena” di Federico Mollicone – il commento di Adolfo Urso

Ad aprire questo Lunedì Letterario – di cui potete rivedere la registrazione qui – targato Fondazione FareFuturo è il Presidente Copasir Adolfo Urso, introdotto dal moderatore Carlo Prosperi. Urso dedica solo buone parole al libro di Federico Mollicone, che indica come spunto di discussione per sottolineare l’importanza dell’innovazione per lo sviluppo delle idee. “Italia in scena” si fregia della prefazione di Giorgia Meloni, il partito cui appartiene l’autore e che ha molto lottato per il salvataggio dell’Editoria Italiana, anche assieme ad altri partiti, in questo periodo. Adolfo Urso ha ricordato come lo stesso Lunedì Letterario sia andato avanti, in periodo pandemico, anche grazie ai social, sfruttando tali canali nell’ambito di un evento che – nostro malgrado – ha accelerato la storia e la transizione digitale. “Durante questa crisi, abbiamo capito che è ormai possibile lavorare, comunicare, collaborare e persino costruire realtà anche da casa. E il governo Draghi ha il merito di aver lavorato anche per dare un supporto al processo di innovazione del Paese, fornendo nuovi strumenti di resilienza. ”Italia in scena” parla di cultura, di innovazione ma mostra anche la capacità di Mollicone di unire competenze legate allo sforzo delle imprese sul territorio, alle tradizioni culturali e anche alle innovazioni tecnologiche. La Cultura incontra e si connette finalmente alla tecnologia, mentre in passato tali elementi andavano quasi sempre ad opporsi.” Il Presidente del Copasir ha però ricordato alla platea come, in un processo di costante cambiamento, l’adattamento sia però vitale. Fondamentale però è portare avanti un adattamento che non faccia perdere la propria identità (e i propri dati) e che permetta di restare un Paese strategicamente autonomo. Anche in Italia infatti, il digitale è elemento sempre più centrale e strategico, soprattutto in virtù del PNRR, che lo eleva ad impegno per la ripresa e per la resilienza. E Mollicone sarebbe stato in grado di ricordarlo durante la sua attività parlamentare che, sottolinea Urso, significa tradurre idee in realtà.

Federico Mollicone, l’autore di “Italia in scena” ne racconta la genesi

Esperto di marketing e comunicazione, organizzatore culturale, Deputato FDI, l’autore del libro spiega alla platea come esso sia partito da un principio: la volontà di realizzare un resoconto parlamentare a metà legislatura (una pazza legislatura). E di farlo entro uno scenario complicato, tra eventi complessi come – solo per citane alcuni – semestre bianco e pandemia. “Sembrava corretto raccontare il senso di ciò che accade dentro il Palazzo mentre fuori tutto cambia. E raccontare le tante battaglie condotte, dando particolare rilievo a quella in difesa dell’editoria e alla crisi cui è costretta a sottoporsi durante questo accelerato passaggio allo scenario digitale.” Mollicone ha poi sostenuto che “L’Italia è da sempre un Paese che vive l’innovazione in ritardo, di almeno 20 anni alla volta. Di essa, vanno riconosciuti i rischi, perché la tecnologia non è mai neutrale ma si prevede che entro il 2040 in Italia l’informazione viaggerà solo online.” Ed ecco che diventa fondamentale sostenere editori e categorie, mentre calano gli abbonamenti cartacei ma crescono le subscriptioni online. Un po’ l’esempio degli USA mostra come la ristrutturazione di grandi giornali come il Washington Post siano stati l’unica ancora di salvataggio, nonostante un taglio a livello numerico dei professionisti. In un ottica di sovranità digitale, diventerebbe perciò utile supportare le categorie dei giornalisti e – come negli USA – integrare il cartaceo con tutti gli strumenti digitali in tutte le loro forme.
Il libro racconta una battaglia di difesa dell’editoria nazionale e dei suoi valori e affrontato il tema della transizione digitale che oggi riguarda un realtà tantissimi settori.
E mentre in passato il pluralismo dell’informazione veniva visto come male assoluto, in questa Presentazione la presenza di Giuseppe Rocco Moles, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria, rappresenta un diverso dialogo tra Parlamento e, appunto, editoria.
“Abbiamo in questi mesi sostenuto le battaglie per salvare il settore e dar voce anche a temi come la nuova direttiva copyright(operativa dal 12 dicembre). Sarà ora l’Agcom a quantificare il valore degli estratti brevi. E non si parla solo di una questione economica, ma della necessità di proteggere tutti i creatori digitali e la libera espressione.”
Federico Mollicone descrive il proprio libro come un racconto della trasformazione del nostro tempo, che vuole fotografare la legislatura svoltasi durante una pandemia che ha cambiato il mercato e ha sconvolto il mondo. In un tale contesto, l’editoria deve crescere, ma non può farlo senza il sostegno del Pubblico, che deve fornire strumenti e fondi. E la transizione è sia causa che opportunità. “La prima Legge di Bilancio del Sottosegretario Moles ha introdotto per la prima volta un Fondo Innovazione per l’editoria. E in senato FDI ha lavorato per emendamenti di vario genere, anche destinati a salvare le edicole, che in lockdown erano divenuti luogo di aggregazione.” Infine, Mollicone lancia un appello al Governo. Sarebbe opportuno creare un Osservatorio Permanente che metta insieme Competitors del settore e Governo con il supporto di piattaforme utili a sintesi e non a conflitti sotterranei. Si intende necessaria una riforma unica e organica della struttura del sostegno pubblico all’editoria, attraverso una legge quadro.
italia in scena

Il commento di Andrea Riffeser Monti, Presidente Federazione Italiana Editori Giornali

Riffeser Monti, Presidente FIEG, si è complimentato con Mollicone per la perseveranza e per la capacità di trovare costantemente riscontri favorevoli. Anche da esponenti di partiti politici molto diversi. Secondo il Presidente della FIEG “Il giornalismo è oggi minato da fake news e profili fake sui social, che diffondono odio e disinformazione; servirebbe una legge a dare semplicemente tre indicazioni. Ovvero 3 S: chi siamo, chi siete, chi sei. Il Tema del futuro è quello di eliminare le fake news, che superano oggi le notizie vere e disturbano l’informazione. L’effetto finale  allontandnao anche i cittadini dal voto. Serve infatti responsabilità e rispetto del prossimo.” Riffeser Monti sostiene inoltre che siamo in una fase di passaggio e che quando non ci sarà più la carta, il profitable crescerà tantissimo. Questo è il tempo di resistere. Ma è naturale siano necessari sia fondi statali ma anche un modo per ristabilire un rapporto con i lettori. La proposta è quella di coinvolgere anziani e giovani con strumenti fattivi, dando loro – ad esempio – gioanli cartaceo e tablet a prezzi accessibili. Il dovere di ogni Editore dovrebbe essere quello di stimolare la domanda, ovviamente con il supporto governativo.

Dopo il commento del Moderatore Carlo Prosperi, che ci ricorda come nel libro non si ragiona solo sulle fake news ma ci si rende conto di come sia invece necessario percorrere sentieri oscuri, arriva l’intervento di Francesco Dini.

Francesco Dini, vicepresidente di Confindustria RadioTv, ha ringraziato Mollicone per il lavoro e l’impegno per il settore portato avanti in Senato. “Nella gerarchia delle emergenze infatti si parla poco del tema della sovranità digitale, ma Federico Mollicone è stato colui che ne ha parlato per primo. Nel settore manca purtroppo un supporto statale ed è in corso un attacco alle FM e una minaccia alle radio libere. Il rischio è di vanificare gli investimenti del settore radiofonico per eccesso di diligismo burocratico che vuole accelerare il passaggio al dub. Risulta però impossibile raggiungere uno switch off veloce come quello della TV, anche in virtù delle diverse tipologie di utenti.”
Dini ha spiegato infatti le difficoltà di un passaggio dalla radio analogica a quella digitale per molti tipi di utenti. E in un secondo punto ha parlato della grave previsione riguardante l’introduzione di un privilegio per emittenti estere. Evento che spegnerebbe le emissioni di radio italiane che trovino interferenze in Stati Esteri.

A chiudere, è il commento del Sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, che si dichiara d’accordo con tutto – o quasi finora detto.

“Con Mollicone la penso in modo molto affine. Questo libro non è solo una raccolta di interventi scritti e battaglie ma anche una copertura su un gap che dura da molto. Tempo fa, infatti, esisteva su ogni quotidiano il “pastone”, un quotidiano racconto su cosa fosse successo in Parlamento. Uno strumento di corretta informazione per chi credesse nelle Istituzioni. E io che ancora ci credo, rivedo nelle pagine di “Italia in scena”, proprio questo”.
Nel libro sono tanti i temi affrontati. Mules ritiene comunque che ci sia in esso un impegno per difendere informazione ed editoria, temi di interesse nazionale. “Si è parlato di elementi che uniscono e non dividono. Purtroppo i dettagli fan si che certi progetti non raggiungano il successo. Ma nonostante ciò Federico Mollicone ha più volte lottato per le idee – vedi il salvataggio del fondo per il pluralismo con la commissione di vigilanza RAI.
Moles ha spiegato come abbia sempre cercato di agire seguendo una strategia, perché la crisi era già in corso, ma è stata solo accentuata dalla pandemia. “Sono stati fatti tanti progetti e creati vari fondi, con provvedimenti per edicole, per le scuole. Alcuni sono stati provvedimenti spot ma lo step successivo e stato il recepimento della direttiva copyright. La formulazione finale sembra aver tutelato tutti e la norma sembra un Unicum europeo, con una Formulazione che può essere di esempio anche grazie all’individuazione della AGCOM come validatore esterno. Grazie al comune sentire di maggioranza e opposizione i contributi sono stati ricchissimi.  Si auspica che il parlamento approvi e migliori il credito di imposta per la carta di 120 milioni; il governo ha inserito un fondo straordinario che si fa occasione per transitare tutti gli stakeholders nel nuovo mondo, tra sovranità digitale e pluralismo. Si dimostra che anche se di forze politiche diverse lavorare insieme porta a dare supporto ad un bene comune come l’informazione.”  L’idea di Mollicone sull’Osservatorio Permanente è sostenuta fortemente dal Sottosegretario, che informa la platea del Lunedì Letterario di un nuovo progetto: la nascita della Consulta dell’Editoria. Una tavola rotonda che coinvolgerà tutti gli attori, dando spazio a tavoli tecnici su tutti i temi e settori, dalle fake news al diritto all’oblio. L’obiettivo sarà la creazione di un nuovo sistema editoriale italiano, attraverso una importante campagna di sensibilizzazione. Mules cita la canzone dei The Buggles, che diceva “Video Killed The Radio Star” per dire invece che la sua è un’idea opposta. “Credo che la digitalizzazione sia solo uno strumento e non un pericolo: internet sosterrà il settore e nascerà un circuito virtuoso dove sarà però utile una campagna contro la disinformazione e la pirateria ma che detti un uso consapevole di internet. Un apporto fondamentale dovrà provenire da stakeholders e dalle forze politiche, perché lo sviluppo è velocissimo e la burocrazia deve stare al passo. Il dogmatico fa più danni dello scettico. La speranza è che l’Italia e l’Unione Europea possano far cadere i dogmi  e portare cambiamenti e maggiore elasticità. La direttiva copyright, ad esempio, potrà supportare il sistema e portarlo a nuove visioni. Abbiamo modo e tempo di costruire un’idea di nuovo sistema, lavorando tutti insieme.”