Scuola parentale, è questa la soluzione che stanno adottando in tante località del nostro Paese, laddove si ha l’intenzione di non allinearsi alle regole vigenti attualmente per frequentare strutture pubbliche o private. Se il fenomeno sta assumendo contorni preoccupanti ma sempre a macchia di leopardo, tra i boschi dell’Alto Adige si sta verificando una notevole concentrazione di scuole “clandestine”.
Scuola parentale: il boom in Alto Adige
Il campanello d’allarme è scattato quando ci si è resi conto che un numero eccessivo di famiglie ritirava i figli dalle scuole per avviarli all’istruzione parentale, meglio nota come homeschooling. Contemporaneamente, tra i boschi dell’Alto Adige, sorgevano diverse strutture frequentabili senza obbligo di mascherina, vaccino e senza il rispetto delle normative vigenti anti Covid.
I piccoli studenti interessati dal fenomeno sono attualmente 629, a fronte dei 50 iscritti censiti in epoca pre-Covid. L’incremento è stato esponenziale e proporzionale rispetto alla diffusione della pandemia. All’inizio di questo nuovo anno scolastico gli alunni ritirati da scuola sono stati 360, un numero praticamente quasi raddoppiato alla fine di ottobre, arrivando a 600.
Le indagini della Procura
La Procura di Bolzano ha aperto un fascicolo per indagare le scuole parentali sul territorio e analizzare i possibili casi di “lesione del diritto allo studio” dei minori. L’iniziativa è stata accolta con favore dall’amministrazione altoatesina che non ha mai nascosto la sua volontà di “ricondurre all’ordine” le famiglie non vaccinate. I nuclei di cui si parla sarebbero famiglie denominate “no vax” e “no mask” che cercano in questo modo di aggirare le restrizioni. C’è da sottolineare che le forme di scuola alternativa sono ammesse dalla Costituzione e normate da leggi della Repubblica. Risulta difficile capire di cosa potrebbero essere accusate le famiglie in questione.
Le parole dell’Assessore alla scuola italiana della Provincia di Bolzano
Giuliano Vettorato, Assessore alla scuola italiana della Provincia di Bolzano, si è espresso così sul proliferare delle scuole parentali nella provincia di Bolzano:
“Credo si tratti di una questione culturale legata principalmente alla popolazione di lingua tedesca. Ci sono molte famiglie che hanno ritirato i figli dalla scuola per evitare test facoltativi (tamponi) che noi facciamo al solo scopo del tracciamento. Ribadisco, si tratta di test facoltativi. E’ uno screening fatto per ulteriore sicurezza e molti genitori sono contro anche rispetto a questi provvedimenti. Il vaccino è un’opportunità, va fatto”.