Action comedy campione di budget e incassi (o meglio views), Red Notice è il primo capitolo di un nuovo franchise Netflix nonché il prodotto più costoso e più cliccato che la piattaforma ha da offrire. “Prodotto” perché sembra proprio creato in provetta per piacere al pubblico medio domestico in cerca di svago per una serata pizza. Azione spericolata, inseguimenti, colpi di scena e battutacce per un trittico di star del calibro di Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot (c’è pure un cameo di Ed Sheeran). Cosa si può desiderare di più? Già questo basterebbe a spiegare i 200 milioni di dollari sborsati e gli oltre 280 milioni di telespettatori raggiunti, ma anche il plot fa la sua proponendo il giusto miscuglio di generi e citazioni cinematografiche per rendere la storia divertente e frenetica quanto basta.

La trama di Red Notice

Red NoticeGirato in Italia, tra la Sardegna e la capitale, oltre che in Spagna, nelle isole tropicali e in mille altri luoghi, è proprio a Roma che Red Notice prende il via: il miglior profiler dell’FBI (The Rock) è alle calcagna di Nolan Booth (Ryan Reynolds), il ladro d’arte più ricercato al mondo che ha in programma un sensazionale furto tra le mura di Castel Sant’Angelo. Forse la sequenza più memorabile del film, con una fuga equilibrista tra tetti e ponteggi. L’obiettivo della missione sono le tre uova di Cleopatra, gioielli della regina che un miliardario egiziano vuole donare a sua figlia per le nozze. Pur di averle è disposto a elargire centinaia di milioni a chi riesca a consegnargliele al più presto. Ma c’è anche un’altra truffatrice sulla piazza, “l’Alfiere” della bella Gal Gadot che condivide con il collega Reynolds il red notice, ovvero il mandato d’arresto internazionale riservato ai criminali più ricercati. La ladra, dopo che questo ha sventato il furto nel museo romano, incastra l’agente di Dwayne Johnson per metterlo fuori gioco insieme al suo rivale. I due, fino a poco prima nemici, si ritrovano a condividere la cella di una prigione russa e a fare squadra. Uno per riabilitare il proprio nome, l’altro per vincere la corsa alle uova.

Un’Americana con la “A” maiuscola

L’idea della star vestita glamour impegnata a compiere azioni spettacolari è un caposaldo del grande intrattenimento, ma qui l’intrattenimento è allo stato brado: combattimenti, evasioni, colpi di scena, niente resta impresso ma tutto è così come dev’essere, godibile, scanzonato. The Rock e Reynolds sono divertenti assieme, Gal Gadot è tanto perfetta da risultare odiosa. L’arco narrativo è chiaro e sapere grosso modo cosa accadrà (ovvero c’è da dare la caccia a ciascuna delle tre uova) aiuta a tenere il ritmo in un Blockbuster tanto variegato tra stili e ambientazioni.

Ciò che resta misterioso è però l’impiego dei duecento milioni di budget, giustificati forse solo dai ritardi imposti dalla pandemia. Gli effetti speciali sono buoni ma non così buoni e nei ruoli secondari non vediamo grandi nomi. Il cachet del trio deve aver pesato non poco. Intanto, dopo il finale nella giungla all’Indiana Jones, tra vecchi bunker nazisti e twist piuttosto inattesi, si pensa già ai sequel, che saranno ben due.