Eluana, Fabo e Mario. L’ultimo è un nome di fantasia, i primi due sono ormai noti. Sul suicidio assistito, ecco i casi che hanno scosso le coscienze e mosso i tribunali.

I 6233 giorni di Eluana

Eluana Englaro, avrebbe compiuto 51 anni il 25 novembre. Proprio il giorno in cui si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Eluana è stata vittima di un altro tipo di violenza. Che la voleva mantenere prigioniera del suo stesso corpo. Su di lei, immobile in un letto nella clinica “La quiete” di Udine, si è scatenata una crisi istituzionale e per 6233 giorni la sua volontà di morire piuttosto che sopravvivere privi di coscienza e volontà e completamente dipendenti dalle cure altrui, non è stata rispettata.

La “dolce morte” scelta da Dj Fabo

Rimasto tetraplegico in seguito a un incidente stradale, Fabiano Antoniani, noto a tutti come dj Fabo, sceglie di morire con il suicidio assistito in una clinica svizzera, il 27 febbraio del 2017. Con lui c’è Marco Cappato, esponente dell’associazione “Luca Coscioni”, che il giorno successivo si autodenuncia.

Tre anni fa poi, la storica sentenza della Corte Costituzionale: il suicidio assistito a determinate condizioni non è punibile. E un nuovo sollecito al Parlamento a intervenire: una legge è «indispensabile». Legge che nonostante il tempo trascorso ancora non c’è.

Il sì delle Marche nel caso di “Mario”

Ma una prima, decisiva vittoria adesso è arrivata: Mario, 43enne residente in un piccolo paese marchigiano, è il primo paziente in Italia a ottenere il via libera ad accedere al suicidio assistito. Su ordine del Tribunale di Ancona, il Comitato etico della Regione Marche ha infatti accertato la sussistenza dei quattro parametri dettati dalla Consulta.

  1. è tenuto in vita da trattamento di sostegno vitali;
  2. è affetto da una patologia irreversibile;
  3. ha una patologia che è «fonte di sofferenze intollerabili»;
  4. è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

Ma non è finita qui. L’Asur, che è l’azienda sanitaria unica regionale delle Marche, ha già comunicato che ritiene concluso il suo compito. Ora il resto, cioè la decisione sul prodotto letale e la somministrazione, in assenza di una legge, spetta di nuovo al tribunale.

In assenza di una legge. Ancora. Dopo quasi 13 anni da quando Eluana Englaro si liberava del suo involucro di carne.

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Curato e condotto da Gianluca Fabi e Alessio Moriggi