Teatro: la Compagnia Tacchi su Misura presenta Via Savoia, 31, al Teatro Antigone a Testaccio. “Signorina giovane intelligente volenterosissima, attiva conoscenza dattilografia, miti pretese per primo impiego, cercasi. Presentarsi in via Savoia 31, interno 5, lunedì ore 10-11 e 16-17.” Questo l’annuncio pubblicato sul Messaggero di Roma il 15 gennaio 1951. Al colloquio si presentano quasi 200 donne tra i 16 e i 30 anni; qualcuna è accompagnata dalla madre. Intorno alle 11, il crollo. Improvviso. Un fragore assordante spezza la vita della città. Vengono giù due piani di scale le ragazze precipitano insieme ai loro poveri cappottini. La voragine di via Savoia risucchia il sogno che le ha trascinate fin lì, un sogno di miti pretese: semplicemente poter lavorare, aiutare la famiglia, o raggiungere l’autonomia, sposarsi, mettere su casa, e, magari assomigliare almeno un po’ alle eroine di carta dei fotoromanzi preferiti.
Teatro: in scena una storia del passato, ma sempre attuale
Le attrici della Compagnia Tacchi su misura, diretta da Davide Macaione con la collaborazione ai testi dello scrittore Maurilio Di Stefano, hanno composto dei monologhi originali per cinque personaggi originali che raccontano forse un’Italia lontana, diversa e più ingenua, ma ancora molto attuali. Una madre difficile, una giovane ladra, una ragazza di paese piena di buone speranze assieme al ragioniere che sosterrà i colloqui e alla portiera dello stabile regaleranno una ricchezza e una diversità di psicologie attraverso un linguaggio vivo ed emozionante. La forza vitale di questi personaggi e la leggerezza con cui vengono raccontati, fanno sì che spesso ci si sorprenda anche a sorridere insieme a loro. E’ un’Italia lontana e ingenua, che parla di come erano i nostri padri e le nostre madri, eppure sorprendentemente attuale nel raccontare anche l’Italia di oggi con le sue miserie, le sue disperazioni quotidiane, i suoi piccoli sogni e i suoi grandi problemi di lavoro.
E’ una storia di settant’anni fa, lontana nel tempo, ma vicina al presente
“Sembra una realtà lontana quella che portiamo in scena, ma è molto vicina a noi. La società negli ultimi settant’anni non è cambiata moltissimo. Più di 200 ragazze si presentarono al colloquio di dattilografe: il ragioniere, la portiera – ha spiegato Mariateresa Arrotta – lo spettacolo si muove da un episodio non felice, ma cerchiamo di trattarlo con leggerezza.”
La pugliese, aspirante sarta, personaggio di spicco dello spettacolo
“Siamo negli anni delle migrazioni, il personaggio che interpreto è la storia di una donna che dalla Puglia, da Giovinazzo, si trasferisce a Roma – ha affermato l’attrice Lucia Ciardo – fa la portiera, vive ai Parioli in uno stabile molto bello e sa tutto di tutti.”