Riforma fisco Draghi: c’è l’accordo tra le forze politiche di maggioranza. La novità più importante riguarda l’Irpef che passa da cinque a quattro aliquote (cancellata quella del 41 per cento), in larga misura alleggerite. La fascia di reddito fino a ai 15mila euro resta al 23 per cento, quella dai 15 ai 28mila scende dal 27 al 25 per cento e per la fascia 28-50mila si va dal 38 al 35 per cento. Oltre i 50mila euro di reddito si passa direttamente al 43 per cento di imposte. Alberto Gusmeroli, deputato della Lega e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riforma fisco Draghi
“A quel tavolo noi come Lega volevamo la cancellazione dell’Irap, ma siamo consapevoli che l’Irap cuba 14 miliardi e non si poteva eliminarli tutti -ha affermato Gusmeroli-. Altri volevano una riduzione del peso dell’Irap. E’ stata ottenuta l’abolizione dell’Irap per tutti i lavoratori autonomi professionisti, vale per circa 1 milione di partite iva e soprattutto questo entra in manovra di bilancio quindi nella delega fiscale ci potrebbe essere un ulteriore allargamento. Avevamo poi altri 7 miliardi che nel 2022 varrebbero circa 5 miliardi e mezzo, allora siccome c’era la necessità di superare lo scalone irpef si è rimodellato il progetto e da 5 scaglioni siamo arrivati a 4. Sono diminuite tutte le aliquote e dove non è diminuita l’aliquota è salita la detrazione. Poco o tanto, tutti pagano meno. Per aiutare le fasce in difficoltà è salita la no tax area e quella differenza tra 5,5 a 7 nel 2022 andrà in aiuto alle famiglie per pagare le bollette”.
Operazione migliore possibile
“Secondo me è l’operazione migliore che si potesse fare con 8 miliardi. In qualche modo tutti sentiranno una diminuzione del peso della macchina statale. Sulle bollette nella manovra ci sono 2 miliardi già inseriti, aggiungiamo anche altri soldi, secondo noi bisogna aggiungere anche soldi ai comuni che pagano riscaldamento ed energia nelle scuole. Non si possono usare i soldi del Pnrr per la diminuzione delle tasse, infatti questi 8 miliardi sono fatti in deficit. Si poteva fare un rientro un po’ più lento dal deficit e avremmo avuto più soldi per diminuire le tasse”.