L’Ema, ha dato ieri il via libera all’estensione della vaccinazione per i bambini di eta’ compresa tra 5 e 11 anni. Il vaccino, sviluppato da BioNTech e Pfizer, è quello in uso in adulti e ragazzi over 12. “Nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni – spiega l’Ema in una nota – la dose di Comirnaty sarà inferiore a quella utilizzata nelle persone di età pari o superiore a 12 anni (10 microgrammi rispetto a 30 microgrammi).” La somministrazione avverrà in due dosi, come nel gruppo di età più avanzata, le iniezioni nei muscoli della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane.
Dati diffusi dall’ISS mostrano come i vaccini abbiano evitato solo nel nostro Paese 22mila morti. Gli esperti di Ema hanno spiegato in una nota che gli effetti indesiderati sono «lievi e simili a quelli riscontrati nelle persone di età pari o superiore a 12 anni. Ciò nonostante quasi la metà dei genitori italiani è incerta sulla somministrazione per i figli.
Perché anche i genitori e che si sono vaccinati hanno perplessità?
I genitori italiani tuttavia temono che il vaccino anti covid possa in qualche modo nuocere ai piccoli. Forse una paura irrazionale o il risultato di una comunicazione ufficiale che non è stata davvero esaustiva. A dispetto dei numeri che evidenziano l’efficacia dei vaccini nel contenimento degli effetti gravi del covid, il dubbio che probabilmente le famiglie hanno è sulle possibili conseguenze a lungo termine, che non possono essere state valutate. Un tema su cui dovranno lavorare i pediatri che si troveranno a dover rispondere in primis con i numeri delle sperimentazioni. Anche per smontare le tante bufale che ancora girano sui social sul tema dei vaccini anticovid. Tra le fakenews che maggiormente spaventano le mamme quella che il vaccino modifichi il Dna. O che l’aumento di bronchioliti tra i bambini più piccoli sia dovuto alla vaccinazione fatta dalla mamma in gravidanza. E’ ampio il campionario delle domande a cui i medici si devono preparare a rispondere, inclusa la previsione di un futuro più o meno breve in cui i genitori pensano che si possano presentare gli effetti più gravi e sconosciuti.
Vaccinazione bambini, quasi la metà delle famiglie ha dubbi
Secondo un’indagine dell’Istituto Piepoli solo il 54% dei genitori sembra propenso a far vaccinare i figli under 12, quindi sarebbero quasi 2 milioni le famiglie dubbiose. Un numero sufficientemente alto per rischiare che il vaccino per i bambini diventi un flop. Per questo i pediatri sperano di raggiungere il 70% dei 3,6 milioni di bambini, entro marzo con la prima dose. Se così non fosse infatti, il rischio di casi gravi si moltiplicherebbe. Non tanto per i più piccoli, come spiegano i virologi, quanto soprattutto per i fragili che con loro sono a contatto. Questa forse potrebbe essere la vera leva per far pendere l’ago della bilancia verso la vaccinazione in quelle famiglie in cui non esiste un pregiudizio ma solo il naturale desiderio di protezione verso i figli.