Il sesso estremo può essere considerato semplicemente piacere o può provocare dipendenza? Ne ha parlato la dottoressa Serenella Salomoni, psicologa, psicoterapeuta, psicanalista e sessuale, nella rubrica “Quello che le donne non dicono”, nella trasmissione di Radio Cusano Campus “Un Giorno Da Ascoltare”.

Sesso estremo: piacere o dipendenza?

La dipendenza sessuale dettata dal bisogno di far sempre sesso estremo quindi il sesso che richiede pratiche normalmente considerate insolite come il farsi legare, farsi calpestare o addirittura urinare e defecare addosso all’altra persona, rientra nella categoria delle  dipendenze comportamentali. Comportamenti, cioè, patologici che coinvolgono oggetti o attività apparentemente innocue. Come il cibo, il gioco d’azzardo, il lavoro, lo shopping e la sessualità. Non esiste un’età specifica in cui il sesso viene praticato in modo estremo: ogni età è buona per essere dipendenti da queste forme di sesso!

L’ipersessualità è definita come una dipendenza il cui oggetto è il sesso. E’ caratterizzata da fantasie sessuali ricorrenti, impulsi e comportamenti promiscui non meglio spiegati da sostanze, condizioni mediche o episodi maniacali.

Inoltre l’attività sessuale si presenta come risposta a stati d’animo spiacevoli o come strategia per ridurre lo stress e la tensione. Questi comportamenti sessuali, infine, creano disagio a tal punto da interferire con il funzionamento sociale, lavorativo e/o relazionale.

Quando possiamo parlare di parafilie?

La parafilia è il termine scientifico con cui si identificano le perversioni e comprende tutti quei comportamenti sessuali atipici per i quali una persona percepisce una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale. Quando la  “tensione” erotica viene vissuta in perfetta ego sintonia, ovvero in allineamento con il sé, senza esserci una sottostante dipendenza patologica, allora la parafilia non è un disturbo. Nel momento in cui, invece, il comportamento parafilico ha un certo grado di dipendenza e quindi la persona non è in grado di fare a meno dell’oggetto del desiderio perverso, allora si è di fronte a un disturbo parafiliaco esclusivo in cui il soggetto vive una forma di disagio. È bene tenere a mente che durante il corso della vita sessuale chiunque sperimenta una qualche forma di perversione, ma nel disturbo parafilico vero e proprio vi è l’immutabilità dell’oggetto del desiderio, cioè quella componente senza cui  non si è in grado di eccitarsi e che viene vissuta come costante necessaria da ricercare nel vissuto reale o quantomeno nelle proprie fantasie. Le parafilie hanno un coinvolgimento diverso a seconda della persona, infatti la perversione sessuale si può manifestare in particolari situazioni della vita di un individuo, ad esempio in periodi di stress molto forte, mentre in altri momenti la persona ha un funzionamento sessuale normale. Un esempio lampante potrebbe essere quello dello scambio di coppia: ci sono coppie a cui piace farlo nell’intimità delle proprie mura domestiche, a chi piace invece recarsi nel locali per scambisti e farlo avanti a tutti… In qualsiasi modo si pratichi lo scambio di coppia il risultato finale non cambia di certo: ci sarà infatti sempre più bisogno di attuare pratiche estreme per provare piacere, quindi in conclusione si può certamente affermare che il sesso estremo può provocare dipendenza!