Ci si interroga su molte cose, alla luce dei cambiamenti politici e dei nuovi protocolli. In particolare si pensa a come ci si dovrà comportare nel mondo del pallone davanti ai calciatori no vax. Dopo il decreto con cui è stato varato il Super Green Pass arrivano le prime polemiche anche dall’universo calcistico. Il tema dei calciatori non vaccinati è stato un tema del consiglio federale che si è tenuto questa mattina nella sede della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc). Proprio in quest’ambito il presidente della Figc Gabriele Gravina ha delineato un quadro che vede coinvolti più fronti, dal governo alle leghe: “Ho già chiesto all’Aic e alle Leghe di sensibilizzare i calciatori con un’opera di persuasione”, spiega Gravina.
“Abbiamo un 4-5% di giocatori che non hanno il green pass da vaccino. Per alcuni dipende dal fatto che ne hanno ricevuto uno non riconosciuto nel nostro Paese. Verificheremo e se emergeranno numeri che non mettono in sicurezza il mondo del calcio chiederemo al governo un provvedimento ad hoc, come è stato fatto ad esempio per il personale scolastico”. In poche parole, attraverso questa frase, si comincia a parlare di obbligo vaccinale per i calciatori. “Al di là dei protocolli – conclude Gravina – se alcuni no vax entrano nello stesso spogliatoio degli altri il rischio è altissimo. E noi non ci possiamo permettere una nuova debacle dopo tutti i sacrifici fatti”.
I calciatori no vax davanti al nuovo decreto anti Covid
Dal 6 dicembre il super Green Pass diventa obbligatorio per entrare allo stadio. Non basterà quindi il tampone per poter accedere alle manifestazioni sportive, motivo che ha spinto Gravina a condividere la posizione dell’esecutivo: “Condivido l’iniziativa del governo, è l’unico modo per tutelare il nostro 75% di capienza. In Germania qualche partita è già scesa al 50, in altri Paesi la questione è di nuovo oggetto di valutazione. Quindi è bene seguire l’invito alla prudenza di Draghi”.