Sulla vita e sulla travagliata esistenza di Junior Messias si sono consumati fiumi d’inchiostro. Libri, storie e chilometri di lettere, ma mai coronamento fu più bello di questo gol con la maglia del Milan. Il Messias del Milan, infatti, è più di un salvatore. E’ un essere umano come tanto, che fino a poco tempo fa faceva il fattorino e giocava nei campionati UISP. Un uomo qualunque, un grande classico della cinematografia calcistica, che si è trovato al posto giusto al momento giusto, sia per lui sia per il Milan. Ma non è un caso. Meglio, non può essere un caso. Ci è voluta tanta testa, sia nel suo cammino sia al Wanda Metropolitano. La stessa testa che, per quattro volte, ha usato per segnare un gol riconosciuto ufficialmente. Questi gli avversari ai quali Messias ha segnato un gol di testa: Caratese, Bustese, Arzachena, Atletico Madrid. Non c’è altro da aggiungere.
Quella di Messias al Milan non è la solita favola calcistica
Battere Jan Oblak, uno dei portieri migliori del mondo, non è semplice. Lasciarlo cristallizzato ancor più difficile. Franck Kessié riceve una palla meravigliosa. Un assist del genere non può essere sprecato, bisogna crearne un altro di maggior fattura. Così è. La palla dell’ivoriano gira più volte. Ricorda quella di “Fuga per la vittoria”, quella che porta alla rovesciata di Pelè. E’ diverso il gesto tecnico, ma la coronazione di un sogno è simile. Solo al centro dell’area c’è Messias. Può entrare nella storia del Milan. E’ la palla giusta. Le gambe non tremano, la testa neanche. Palla impattata con la fronte. Gol. Scende il gelo sul Wanda Metropolitano.
C’è ancora una speranza per il Diavolo e quella speranza l’ha accesa Junior Messias. Primo gennaio 1991, Belo Horizonte. E di orizzonti meravigliosi, almeno per qualche giorni, ce ne saranno tanti nella tana del Milan.