Il suo nome è Nicola, San Nicola. Per gli anglosassoni Santa Claus. Per i tedeschi Sankt Nikolaus. Per i bambini semplicemente Babbo Natale. Nicola, Nicolao, Nicolò; lo stesso culto per mille tradizioni diverse, che hanno in comune un santo caritatevole e generoso con i più deboli.

Da San Nicola e Babbo Natale

Da valoroso cristiano a vescovo di Myra. Da santo patrono di Bari ad icona pop. San Nicola ha ispirato la figura di Babbo Natale non solo per il manto rosso con cui è raffigurato nell’iconografia cristiana ma soprattutto per l’instancabile opera di carità verso i gli ultimi, i dimenticati dagli uomini e dalla giustizia.  Per esteso difensore dei primi tra gli innocenti, i bambini.

San Nicola

Vissuto a cavallo tra il III° e IV° secolo D.C, di Nicola si sa che si trasferì a Myra, città dell’Impero bizantino, che si trova nell’attuale Turchia; lì venne ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra, venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo.  La venerazione si diffuse dapprima in Asia Minore con pellegrinaggi alla sua tomba; numerosi scritti in greco e in latino fecero conoscere S. Nicola nel mondo bizantino-slavo e in Occidente. Infine, dall’Italia meridionale, allora soggetto a Bisanzio, il culto arrivò a Roma. Per questo la tradizione religiosa di S. Nicola è condivisa in molte culture, cattoliche ed ortodosse. In pochi sanno però che il processo di trasformazione di San Nicolaus in Santa Claus, e la relativa scristianizzazione, ha una data, il 1823. Ed un artefice: lo scrittore e professore americano di letteratura orientale e greca Clement Clarke Moore.

Babbo Natale

Nella poesia “A Visit from St. Nicholas”, più comunemente nota come “ Night Before Christmas”, per la prima volta Clarke Moore descrive l’arrivo di San Nicola mentre porta i doni ad una famiglia americana, nell’ora in cui tutti si stanno preparando ad andare a dormire. E’ la vigilia di Natale e il capofamiglia, guardando fuori dalla finestra, vede una figura rossa su una slitta trainata da otto renne. San Nicola fa atterrare la sua slitta sul tetto e si cala giù per il camino, portando un sacco di giocattoli. L’uomo vede il suo visitatore riempire le calze appese al camino e ride tra sé, guardando con complicità San Nicola. La figura poi si allontana augurando un “Buon Natale a tutti e a tutti una buona notte.”

Una Coca Cola al posto del bastone Pastorale

La trasformazione definitiva del Vescovo Nicola nel Babbo Natale dell’immaginario collettivo è dovuta, come è noto, all’opera pubblicitaria della Coca Cola. Nel 1931 la multinazionale americana debuttò con la pubblicità in cui Santa Claus appariva rubicondo, con la barba bianca, vestito di rosso. Padre di questa immagine rimasta inalterata per due secoli, fu Archie Lee, direttore creativo pubblicitario, che affidò l’illustrazione all’artista Haddon Sundblo.  Dalla matita dell’illustratore, che mescolò la tradizione religiosa di San Nicola con la poetica natalizia di Clement Clarke Moore e Charles Dickens, nacque la figura dell’uomo gentile e panciuto, che ogni anno nella notte di Natale porta doni a tutti i bambini del mondo. Un uomo straordinariamente generoso. Un babbo universale. Babbo Natale.