Uno studio pubblicato nei giorni scorsi da un’università australiana esamina i molteplici fattori da cui è stata colpita la Grande Barriera Corallina rivelando, per la prima volta, che solo il 2% della sua area è sfuggito allo sbiancamento dal 1998, l’anno più caldo mai registrato.

Sbiancamento della Grande Barriera Corallina australiana: possiamo ancora salvarla

La buona notizia però è che se il riscaldamento globale verrà mantenuto a 1,5 gradi, il massimo aumento della temperatura globale media che è stato al centro della conferenza sul clima delle Nazioni Unite COP26, il mix di coralli sulla barriera cambierà sì ma potrebbe ancora prosperare. Questo quanto ha affermato l’autore principale dello studio, il professor Terry Hughes, del Centro di eccellenza per gli studi sulla barriera corallina dell’Australian Research Council.

Cos’è lo sbiancamento della barriera corallina

Lo sbiancamento è una risposta allo stress dei coralli surriscaldati durante le ondate di calore, quando perdono il loro colore e molti lottano per sopravvivere. L’ottanta per cento della meraviglia dichiarata Patrimonio dell’Umanità è stata sbiancata gravemente almeno una volta dal 2016, secondo lo studio della James Cook University nello stato australiano del Queensland.

L’ultimo studio: i coralli si sono adattati ma bisogna proteggerli

Lo studio ha scoperto che i coralli si sono adattati ad avere una soglia di calore più elevata se fossero sopravvissuti a un precedente evento di sbiancamento, ma il divario tra gli eventi si è ridotto, dando alle barriere coralline meno tempo per riprendersi tra i vari episodi. L’Australia deve fare di più per ridurre le emissioni di gas serra, ha affermato Hughes. “Il governo sta ancora rilasciando permessi per nuove miniere di carbone e per nuovi accordi di gas metano e questo è semplicemente irresponsabile”, ha sottolineato lo studioso.

A rischio tutte le barriere coralline del pianeta

La Grande Barriera Corallina è composta da più di 3.000 singole barriere coralline che si estendono per 2.300 km. L’ecosistema supporta 65.000 posti di lavoro nel turismo nella zona. A livello globale, centinaia di milioni di persone dipendono dalla sopravvivenza delle barriere coralline per il proprio sostentamento e la sicurezza alimentare. “Se arriviamo a 3, 4 gradi di riscaldamento globale medio, la traiettoria su cui ci troviamo attualmente, non resterà molto della Grande Barriera Corallina o di qualsiasi altra barriera corallina ai tropici”, ha ricordato Hughes.