La spiaggia è un bene di tutti e va tutelata in quanto bene demaniale anche se da secoli molte spiagge italiane vengono gestite sempre dalle stesse persone che pagano pochissimo per avere sempre lo stesso posto in gestione e magari rivendere i lettini e gli ombrelloni a prezzi assurdi durante il periodo estivo… Qualcosa però è cambiato da qualche giorno a questa parte: il sindaco di Lecce Carlo Salvemini è intervenuto a Un Giorno Da Ascoltare su Radio Cusano Campus per parlare del suo traguardo raggiunto proprio in questi giorni: martedì scorso infatti il Consiglio di Stato ha di fatto deciso la decadenza di tutte le concessioni in essere sulle spiagge italiane a partire dal 2024. Entro quella data bisognerà fare insomma quello che l’Europa ci chiedeva da anni e che l’Italia per un motivo o per altro ha sempre scelto di non fare: mettere a gara le concessioni invece di procedere con rinnovi automatici o semi-automatici, con canoni demaniali spesso irrisori rispetto al giro di affari delle strutture. Una decisione nata da un ricorso del primo cittadino del comune salentino Nel 2018 l’allora governo giallo-verde aveva deciso con la Manovra 2019 una proroga di tutte le concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033. Una mossa in contrasto con quanto previsto dalla direttiva Bolkestein che invece da tempo chiede al nostro Paese l’apertura al mercato di questi servizi. Da qui la decisione nel 2020 del sindaco, in accordo con gli organi tecnici comunali, di non applicare la normativa nazionale, cioè la proroga al 2033 delle concessioni, offrendo invece agli operatori una proroga triennale.

La spiegazione del sindaco Salvemini

“Con la mia Amministrazione siamo giunti alla decisione di chiedere espressamente la convocazione di un’adunanza plenaria che solitamente viene richiesta per situazioni particolarmente complicate: tutte le sezioni del Consiglio di Stato si sono riunite e hanno pronunciato la sentenza che si sta commentando in questi giorni, di fatto dichiarando nulla la 195 del 2018 e tutto ciò vuol dire che dal 2024 le amministrazioni dovranno bandire le gare così come da tempo avrebbero dovuto fare perché la spiaggia non può essere considerata un bene privato. Il governo oggi deve predisporre i criteri per il rilascio delle concessioni demaniali ma non basta: bisogna approvare una legge nazionale sul demanio marittimo che stabilisca l’ideale rapporto tra spiaggia pubblica e privata così da lasciare liberamente all’utente la scelta di usufruire della spiaggia che più si desidera. Ci sono chiaramente delle decisioni che vengono prese in base alle Regioni e ai Comuni però è indubbio che bisogna definire un quadro omogeneo che valga per tutti perché questo equilibrio tra spiaggia pubblica e privata definisca un nuovo modo di accedere alla spiaggia, di usufruire dei beni demaniali che sono alla portata di tutti e porsi anche il problema chiaramente della tutela ambientale e lo sradicamento del suolo marino che molto spesso non viene considerato!”