Accadde oggi, 24 novembre 1974: viene scoperto l’australopiteco Lucy. Esemplare rinvenuto in Etiopia e consistente in centinaia di frammenti di ossa fossili che rappresentano il 40% dello scheletro di un esemplare femmina. Si trattò della prima scoperta di un Australopithecus afarensis.
Accadde oggi, 24 novembre 1974: viene scoperto l’australopiteco Lucy
Il nome deriva dalla canzone “Lucy in the Sky with Diamonds” dei Beatles, le cui note risuonavano nel campo di spedizione. Al tempo del ritrovamento Lucy attirò moltissimo l’interesse del pubblico, divenendo un nome quasi familiare. Dal 2007 lo scheletro fossile e i reperti a esso associati vennero esposti negli Stati Uniti in una mostra itinerante protrattasi per 6 anni e intitolata “L’eredità di Lucy: i tesori nascosti dell’Etiopia”. Lucy divenne famosa in tutto il mondo e nel 2013 fu riportata in Etiopia.
In Etiopia il reperto è anche conosciuto come Dinqinesh, che in lingua amarica significa “sei meravigliosa”
L’esemplare Lucy è datato a circa 3,2 milioni di anni fa. Lo scheletro presenta un cranio di piccole dimensioni simile a quello delle scimmie non ominidi, più tracce di una postura bipede ed eretta, simile a quella degli umani e di altri ominidi. Questa combinazione ha fornito argomenti alla teoria dell’evoluzione umana secondo cui la postura bipede precedette l’aumento delle dimensioni del cervello.
Altre caratteristiche
Lucy era alta circa 1,07 metri, piuttosto piccola per la sua specie, e pesava probabilmente tra i 29 e i 45 kg. Aveva denti simili a quelli umani, ma il cranio era ancora scimmiesco, con una capacità tra i 375 e i 500 cm³. Morì sulle rive di una palude, probabilmente di sfinimento, e fortunatamente nessun predatore ne sbranò i resti disperdendone le membra, così che il corpo, sommerso dal fango, si fossilizzò nel corso dei millenni fino a diventare roccia. Dopo milioni di anni il suo scheletro è ritornato alla luce quasi intatto e ci offre oggi una preziosa testimonianza sulla costituzione fisica degli ominidi di quel periodo.