Vacanze di Natale a rischio a causa della quarta ondata Covid. La paura di nuove restrizioni potrebbe mettere a repentaglio le partenze per il periodo delle festività. Ancora una volta a rimetterci è il settore del turismo che con il boom dei contagi proprio a ridosso delle feste potrebbe avere la peggio in termini economici. Lo sguardo è rivolto soprattutto alle località turistiche della montagna già penalizzate lo scorso anno dalla chiusura degli impianti per tutta la stagione invernale. Se si ferma la montagna, si ferma, a cascata, tutto l’indotto.

L’allarme di Coldiretti

L’aumento del numero dei contagi potrebbe compromettere le vacanze di Natale di 10 milioni di italiani e una spesa di oltre quattro miliardi di euro solo per i turisti nazionali – di cui quasi un terzo destinato al cibo – tra souvenir, pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi. SE dovessero chiudere gli impianti sciistici a pagare il prezzo più salato – spiega il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – sarebbero le strutture alberghiere, il settore alimentare e divertimenti”.

La preoccupazione degli albergatori di Cortina D’Ampezzo

E’ preoccupata Roberta Alverà, presidente dell’Associazione Albergatori di Cortina. Ai microfoni di Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, ha spiegato i timori della categoria che rappresenta: “La grande partenza ce l’avremo ai primi di dicembre. Ormai è consolidato che dal 2-3 dicembre si dà il via alla stagione invernale che da noi coincide con l’evento Fashion week, quest’anno verrà organizzato in due fine settimana proprio per evitare assembramenti o sovraffollamento”.

La paura di rivivere l’inverno del 2020

“Fino a qualche giorno fa si prospettava una vera ripartenza, considerando che le ultime due stagioni estive sono state a metà. Pensavamo che questa stagione invernale fosse quella della ripartenza per ricominciare a lavorare. In realtà, le notizie che ci stanno arrivando non sembrano così positive e ci sembra di rivivere il novembre del 2020 quando ci hanno rimandato per cinque volta la data di riapertura degli impianti sciistici. Chiudiamo l’8 dicembre per salvare il Natale, chiudiamo a Natale per salvare il Capodanno e via dicendo.

La richiesta delle attività economiche della montagna

“La nostra paura è che, com’è accaduto lo scorso anno, la montagna non venga considerata. Dicevamo che ci si lamentava per una mancata sciata, senza considerare che dietro a una mancata sciata ci fosse una corposa filiera del turismo che ha avuto grandi difficoltà. Un’altra stagione di chiusura non possiamo permettercela. Se devono prendere decisioni le prendessero subito. Abbiamo bisogno di norme e ne abbiamo bisogno subito”.

Le prenotazioni

“Dopo il boom di prenotazioni nei mesi scorsi, adesso c’è un momento di stallo ma, per fortuna, non abbiamo ancora registrato un preoccupante numero di disdette. I clienti sono in attesa di capire come sarà possibile svolgere le vacanze e come muoversi. Secondo me questo è un momento di stasi. Certo, abbiamo paura delle disdette”.

La gente ha voglia di montagna

“La gente ha voglia di rimettere gli sci ai piedi, di andare in montagna e di ritrovare quella che possiamo definire una certa normalità. Lo abbiamo dedotto dalla quantità di prenotazione che abbiamo ricevuto da settembre a metà novembre”.