Stato di emergenza all’Isola di Vulcano a causa della sua attività. Gli alti livelli di gas, potenzialmente pericolosi, hanno spinto la Regione Sicilia a dichiarare lo stato di crisi. Non si era mai verificata una situazione così problematica negli ultimi 130 anni, infatti si tratta di uno scenario inedito.

Per questo motivo il sindaco di Lipari, comune in cui ricadono le isole di Vulcano e Stromboli dal punto di vista amministrativo, ha emanato un’ordinanza con cui impedisce a 300 persone di dormire a casa da lunedì 22 novembre.

Il comune darà un contributo per pagare gli alberghi. Per un mese non potranno sbarcare turisti ma l’ingresso sull’isola sarà consentito solo i pendolari.

Vulcano, stato di emergenza: gas pericolosi

Il cratere ma soprattutto i fumi con gas, anidride carbonica e solforosa che fuoriescono anche in più punti alle pendici del vulcano hanno accentuato l’allarme di vulcanologi e Protezione civile e non fa dormire sonni tranquilli. L’anidride carbonica pesante tende ad andare verso il basso e il sindaco teme che durante la notte dormendo qualcuno possa subirne le conseguenze per questo sta predisponendo l’ordinanza che varrà un mese e che potrà essere modificata soprattutto per i cittadini che abitano ai piani alti nell’area a rischio.

Vulcano: tra gli isolani c’è grande preoccupazione

Tra gli isolani c’è grande preoccupazione. Lo conferma Peppino Muscarà che fa parte di una “famiglia storica”. “La situazione a Vulcano non è affatto buona – dice – mi domando se la situazione fumi e gas dovesse restare cosi per anni che futuro potrà avere l’isola e i suoi abitanti. Nessuno può garantire che torneremo come prima, nessuno scienziato può garantirlo. Che ne sarà delle nostre case, delle nostre attività, del lavoro, dei nostri animali e del turismo?. Purtroppo – conclude – in questo caso non esiste un piano “B”. Abbiamo a che fare con un Vulcano di natura esplosiva in una isoletta di 21 km quadrati e contro la natura in questo caso nulla si può fare per difendersi”.